Esposta fino a domani la mostra di design curata dall”imolese Gianluca Gimini
Una mostra di design curata dall’imolese Gianluca Gimini, designer, artista e docente all’Università di Ferrara. E” allestita da sabato 15 giugno fino a domani, sabato 22, nello showroom di All’Origine, azienda «business to business» specializzata in oggetti europei del XX secolo, in via Vighi 32 a Imola (inaugurazione alle ore 17). «Ci sono trentasei prototipi di nuovi oggetti di design immaginati dagli studenti del Laboratorio di Product Design 1 (secondo anno del corso di studi in Design del Prodotto Industriale presso il Dipartimento di Architettura dell’università di Ferrara) – spiega Gimini -. Quest’anno ho infatti proposto un’esercitazione ai miei studenti di Unife in forma di design contest: immaginare nuovi prodotti “resilienti” (cioè sia durevoli che al di sopra delle mode) utilizzando la ceramica per le sue virtù in abbinamento ad un altro materiale che ne possa superare i limiti (ad esempio la fragilità). Come ulteriore esercizio accademico ho chiesto che la parte non-ceramica fosse una parte “trovata” e che quella in ceramica le venisse per così dire “progettata intorno”. Il concorso è stato reso possibile dalla sponsorship dell’azienda imolese All’Origine. Della giuria abbiamo fatto parte io, Davide Mariani (titolare dell’azienda sponsor) e l’artista ceramico Abdon Zani. Il vincitore del concorso (lo studente Mirko Doria) sta in queste settimane vedendo il suo progetto realizzato. Speci? co che lo sponsor, che non fa vendita a privati e quindi non ci sono risvolti commerciali nella mostra, ?nanzia la costruzione di uno stampo che rimarrà poi proprietà dello studente. Con l’occasione desidero ringraziare la copisteria SiStampa di Ferrara, per aver off erto la stampa dei cataloghi e Bolé Wine che off rirà a tutti la possibilità di un brindisi il giorno dell’inaugurazione».
Vincitore di «Ceramic resilience Student design contest» è Mirko Doria, con il progetto «Twist 45», «per l’ottima integrazione della parte progettata con quella trovata, che pur rimanendo completamente visibile, non è riconducibile alla propria funzione originaria; per la funzionalità dell’oggetto stesso e gli approfondimenti su ergonomia e ingegnerizzazione», come riporta il catalogo dell’iniziativa. Doria ha ideato uno spremiagrumi in ceramica inclinato di 45° rispetto al piano di lavoro, pensato per facilitare la spremitura degli agrumi grazie alla forza contrapposta delle due mani. Nel catalogo si legge che «la parte trovata è un terminale in acciaio per aste da tendaggi a forma di torciglione, un fondo di magazzino con buona reperibilità, indicato dal fornitore come poco vendibile in quanto fuori moda. L’obiettivo è stato principalmente quello di ricercare un’armonia tra parte trovata ed oggetto in ceramica, tale per cui l’oggetto riutilizzato perdesse totalmente la propria identità precedente in modo da far percepire all’utente in maniera istintiva la sua nuova funzione». Tra i vari progetti presentati, anche fruttiere, vasi, portaceneri, tazze, e altre idee originali.
Nella foto (da catalogo): il progetto vincitore di Mirko Doria