«Rubrica salute», donare il sangue è un gesto generoso che fa bene
E’ iniziata in questi giorni la campagna di comunicazione 2019 della Regione Emilia Romagna, Avis e Fidas sulla donazione di sangue. Un’iniziativa che tutti gli anni mette in evidenza come donare sia una attività solidaristica e totalmente gratuita che permette di aiutare concretamente un altro individuo. Accanto all’atto del donare, però, c’è un’altra azione che, forse, non consideriamo mai abbastanza. Ne parliamo con Pietro Fagiani, responsabile del Centro raccolta sangue dell’Ausl di Imola. «Facciamo bene a noi stessi. Donare sangue è sicuramente uno dei gesti di solidarietà ed altruismo più grandi che ognuno di noi può fare. Ma dietro il semplice gesto di consapevolezza e civiltà si nasconde anche un modo per preservare la propria salute e mantenersi in forma». Chi decide di regalare tempo e parte di se stesso, infatti, è spronato a mantenere uno stile di vita sano, curando l’alimentazione e praticando attività fisica periodica per mantenersi in forma. Insomma, è stimolato a prendersi maggiormente cura di sé. E questo avviene fin dal primo incontro con il medico.
Chi, infatti, decide di diventare donatore sarà sottoposto ad una visita che servirà per raccogliere i dati sullo stile di vita, sulle eventuali malattie, sulle abitudini sessuali. «Naturalmente non si fanno discriminazioni fra eterosessuali e omosessuali – precisa Fagiani -, ma si guarda al tipo di rapporti sessuali consumati, che non devono essere a rischio. Ecco perché fanno parte della prima visita i test per la sifilide, le epatiti e l’Hiv. Test che sono eseguiti ogni volta che ci si presenta per la donazione. E questo avviene mediamente quattro volte per l’uomo e due volte per la donna. Annualmente, poi, il donatore è sottoposto a esami del sangue di controllo, con particolare attenzione al colesterolo, alla glicemia e ai trigliceridi». E’ come avere un check-up annuale e gratuito e, se si scoprono anomalie, il donatore è invitato a consultare il suo medico o a rivolgersi agli operatori del Centro raccolta. «Gli incontri preliminari e le visite – prosegue Fagiani – avvengono ad ogni donazione e, se si evidenziano problemi di salute importanti, il candidato viene invitato a sottoporsi ad esami diagnostici specialistici e senza alcuna spesa per lui. In pratica possiamo affermare che il donatore di sangue è il cittadino più controllato a spese dello Stato».
Alcuni timori sono comprensibili (come sentirsi deboli o il rischio di svenimento). «Gli screening preliminari alla donazione servono anche per escludere persone che possono avere problemi con la pressione arteriosa o con i livelli di emoglobina, ferro o altre patologie che possono dare queste situazioni. In ogni caso, dopo ogni donazione è previsto un buon ristoro e, nel caso, è possibile fare anche una colazione leggera prima della donazione». Ma fa male al fisico? «Ogni prelievo prevede una donazione di appena 450 millilitri di sangue su una media di circa 7 litri presenti nel nostro organismo. Una percentuale marginale che tuttavia aiuta a rigenerare il sangue e ne favorisce il ricambio». Possiamo contrarre malattie? «Assolutamente no. Nella normativa italiana ed europea la donazione del sangue rappresenta uno dei settori più rigidamente disciplinati in termini di prassi mediche e prevenzione». Tante persone oggi seguono un’alimentazione vegetariana o vegana, possono comunque donare? «E’ errato pensare che il mancato consumo di carni o alimenti di origine animale renda inadatti a partecipare alla raccolta sangue. Semmai questa opportunità aiuta, grazie agli esami costanti, a mantenere livelli di emoglobina o ferro nel sangue nei giusti parametri». Dunque, visita, esami periodici e altro ancora. «Sì, perché – aggiunge Fagiani – alcuni studi hanno evidenziato che donare il sangue regolarmente aiuta a ridurre il rischio di contrarre malattie cardiovascolari e diabete. La causa sembrerebbe essere dovuta alla diminuzione di ferro, che si verifica dopo la donazione di sangue».
La scusa più banale? Sono già in tanti quelli che donano. Uno più, uno meno, che differenza fa? «Il sangue – conclude Fagiani – non si fabbrica e la donazione è l’unico modo per garantire sangue ed emoderivati a chi ne ha bisogno. Il sangue e i donatori sono sempre preziosi». A questo punto non ci sono più scuse per non avvicinarsi al Centro di raccolta. Non è, ad esempio, necessario essere superuomini o superdonne. «Non serve essere una perfetta macchina biologica – ribatte Fagiani -. Può essere donatore chi ha più di 18 anni e meno di 60, anche se in molti casi, se le condizioni lo permettono, si può proseguire con le donazioni. E poi pesare più di 50 chilogrammi e, naturalmente, essere in buone condizioni di salute, con valori del sangue nella norma e senza gravi problematiche mediche». Per qualcuno si perde troppo tempo. «Non si perde mai tempo se possiamo fare del bene al nostro prossimo e, a maggior ragione, se possiamo fare del bene a noi. Basta un’ora». (Alessandra Giovannini)