Nel Poc di Imola c”è l”ampliamento della Carlina ma con meno case e la novità degli alloggi-tampone per chi ristruttura
Nel nuovo Piano operativo comunale (Poc) l’Amministrazione comunale ha fatto scendere il numero totale degli alloggi da realizzare a Imola da 900 a 371, mentre gli ettari di verde pubblico passano da 8 a 12. L’ambito Carlina-Montanara, che sulle carte del Poc corrisponde alla sigla Ans_C2.5, è quello che ha subito la sforbiciata più consistente. Qui, infatti, è stato valutato «un significativo ridimensionamento, sia in termini di estensione territoriale che in ordine alla capacità edificatoria», che ha portato a «dimezzare il carico urbanistico».
In ballo su quell’area, che dalla Montanara si allunga verso la Pedagna, c’erano 470 alloggi teorici, su una superficie complessiva di circa 174 mila metri quadri, di cui 372 su aree residenziali private. Tra i proponenti figurano alcuni nomi noti dell’edilizia locale: la cooperativa Aurora Seconda, Sogei, la Cesi (poi finita in liquidazione coatta amministrativa), più una delle società un tempo controllata dalla Cesi, ovvero Pietra di Brento. La superficie utile residenziale è stata quindi ridotta del 70 per cento, mentre gli alloggi sono scesi a 235. Di questi, 90 potranno essere realizzati «solo per consentire – si legge nella controdeduzione del Comune – l’attuazione di accordi per la rigenerazione urbana di parti del tessuto consolidato, che verranno individuati dal Piano urbanistico generale».
Questo aspetto in particolare ci ha incuriosito. Avremmo voluto saperne di più dall’assessore all’Urbanistica Massimiliano Minorchio, che però non ha risposto alla nostra richiesta. Ci limitiamo quindi a proporre quello che lo stesso assessore ha spiegato durante il Consiglio comunale del 4 giugno scorso, seduta in cui è stato approvato il Piano operativo comunale. «Nella Carlina, che prevedeva una zona di espansione molto ampia – ha detto nel suo intervento – abbiamo cercato di ridurre in maniera sostanziale la quota delle abitazioni da realizzare ed è stata aumentata in maniera equivalente la quota di verde. Per fare in modo che la sostenibilità economica potesse essere garantita, circa il 20 per cento degli alloggi che verranno realizzati avranno una funzione di “tampone”, per le famiglie coinvolte in interventi di rigenerazione urbana».
E ha aggiunto: «Abbiamo tante aree nel nostro territorio, soprattutto nelle zone centrali, costituite da edifici degli anni ’60 o ’70 che non hanno caratteristiche sismiche e termiche idonee. Pensare di rigenerare tutte quelle aree porta però delle problematiche pratiche. Supponiamo di avere un condominio degli anni ’60, in cui abitano 10 famiglie; per rimetterlo a posto molto spesso la soluzione più adottata non è ristrutturare l’esistente, ma prevedere la demolizione e ricostruzione. Gli abitanti non saprebbero dove andare. Supponiamo che il condominio venga demolito, le famiglie verranno spostate in un edificio che verrà realizzato all’interno della lottizzazione (Carlina). Finiti i lavori, la famiglia potrà scegliere di ritornare nel proprio alloggio rigenerato o di rimanere nell’alloggio “tampone”, lasciando l’appartamento rigenerato a un’altra famiglia. Questo esempio è la parte più innovativa che abbiamo introdotto all’interno di questo piano ed è unica in Emilia Romagna al momento». (lo.mi.)