Morte sotto la valanga ad Aosta, udienza di rinvio a giudizio per gli istruttori Cai, tra cui tre imolesi
Il pubblico ministero di Aosta, Eugenia Menichetti, ha chiesto il rinvio a giudizio per i sei istruttori del Club alpino italiano accusati di disastro e omicidio colposi per la valanga che il 7 aprile dell’anno scorso, sul Colle di Chamolé, vicino a Pila, provocò due vittime,l’imolese Carlo Dall’Osso, a sua volta istruttore Cai, e il faentino Roberto Bucci. L’udienza preliminare per quella sfortunata escursione di scialpinismo è fissata per ottobre. Davanti al gip dovranno presentarsi tre imolesi, il coordinatore del corso, Vittorio Lega, 48 anni, il suo vice Leopoldo Grilli, 44 anni, e Matteo Manuelli, 43 anni, poi Alberto Assirelli, 50 anni di Ravenna, Paola Marabini, 57 anni, di Faenza, e Giacomo Lippera 46 anni marchigiano.
L”escursione faceva parte del corso avanzato di scialpinismo della scuola Cai Pietramora formata dalle Sezioni di Cesena, Faenza, Forlì, Imola, Ravenna e Rimini. Il presidente del Cai, Vincenzo Torti, ha affidato il suo commento ad una nota nella quale auspica che, «nel perdurante rispetto per le incolpevoli vittime, già dall”imminente udienza preliminare, questa drammatica vicenda possa essere correttamente inquadrata sia nella peculiarità del contesto ambientale venutosi a creare, sia con riferimento all”effettivo ruolo dei singoli partecipanti, in una mai preconcetta ricerca della verità».
Salvo sorprese, è pressoché certo che si arriverà al processo. Fabio Azzaroli, avvocato fiorentino che sta seguendo il caso insieme ad un collega di Cuneo, non ha dubbi: «Siamo convinti che in dibattimento chiariremo tutto quanto di quella che riteniamo una fatalità e non una responsabilità degli istruttori del club alpino». (l.a.)
Nella foto un”escursione del Cai Pietramora (foto d”archivio)