Mountain bike, sensazioni ed aspettative del medicinese Stefano Romualdi alla vigilia del «Tour divide 2019»
C’è chi soffre di mal d’Africa: una volta visitato il continente nero, non resiste al richiamo di tornarci. I brasiliani sono noti per la loro «saudade»: si intristiscono quando sono lontani da Copacabana e perdono tutta la loro proverbiale vitalità. Stefano Romualdi va controcorrente: il 38enne biker medicinese non può stare senza l’America. Dopo avere vissuto nel 2018 in sella alla sua mountain bike per 18 giorni, 15 ore e 2 minuti, ha deciso di tornarci, per riprovare ad attraversare il continente da nord a sud, partendo domani, venerdì 14 giugno, da Banff (in Canada) e cercando di arrivare integro ad Antelope Wells, nel New Mexico. Passando dalla neve al caldo del deserto in meno di tre settimane. Insomma, ci risiamo: stiamo parlando del famosissimo «Tour divide», 2.800 miglia (cioè 4.500 chilometri) in bicicletta, fermandosi solo il tempo necessario per mangiare e dormire. «Tutti mi avevano detto che, una volta terminata quell’avventura, avrei dovuto staccare per un po’ di tempo. In realtà per me non è stato così: anzi, quando arrivai nel Nuovo Messico, se non avessi avuto dei problemi ai piedi, sarei ripartito il giorno dopo».
Quindi è dallo scorso anno che mediti di riprovarci.
«Fin da subito. Poi la decisione definitiva è più recente, diciamo da gennaio, quando ho comprato il biglietto aereo, anche grazie al supporto di Locomotive Cycles e della ditta toscana Aepicasport per il vestiario e l’attrezzatura. Lo sponsor principale in ogni caso resto io, dunque gli ultimi tentennamenti li ho spazzati via 15 giorni fa, quando ho risolto gli ultimi problemi col lavoro e la famiglia». (p.z.)
L”articolo completo su «sabato sera» del 6 giugno.
Nella foto: il medicinese Stefano Romualdi al «Tour divide 2018»