Non cӏ allarme sanitario legato alla discarica Tre Monti, lo dice uno studio condotto da ricercatori in epidemiologia ambientale
Nel corso del convegno “Salute e discarica: esperti a confronto”, che si è svolto a Imola nei giorni scorsi, per la prima volta è stato presentato pubblicamente lo studio voluto nel 2016 dalla Regione Emilia Romagna e commissionato agli esperti del Centro di ricerca in epidemiologia ambientale dell’Università di Modena e Reggio Emilia. L’oggetto dello studio, richiesto in concomitanza della valutazione del progetto di ampliamento dell’impianto con la sopraelevazione del terzo lotto (avvenuta nel 2016), era la sorveglianza sanitaria della popolazione residente nei dintorni della discarica Tre Monti. Sabato scorso il responsabile scientifico dell’indagine, Marco Vinceti, medico e docente di Igiene all’Università di Modena e Reggio Emilia, è entrato nel merito.
«Lo studio ha preso in considerazione un arco di tempo tra l’1 gennaio 2013 e il 31 dicembre 2016 – ha premesso -. Fino a quel momento la discarica aveva fatto male ai residenti in prossimità? E dopo la sopraelevazione avrebbe fatto male di più? Abbiamo preso in esame le malformazioni congenite e il basso peso alla nascita, la prevalenza di asma bronchiale e l’incidenza del tumore al pancreas, effetti con tempi di latenza inferiori rispetto ad altri tipi di tumore. Abbiamo preso in considerazione tre gruppi di popolazione, residente a meno di 2 chilometri dalla discarica, tra i 2 e i 5 chilometri e a più di 5 chilometri, zone con una diversa distribuzione dei fattori di rischio». Lo studio, che conta una quarantina di pagine, è pubblicato sul sito dell’Ausl di Imola (www.ausl.imola.bo.it), assieme alle altre relazioni presentate al convegno. «L’analisi – questa la conclusione messa nero su bianco nel 2018 – non ha mostrato incrementi significativi del rischio». I tassi di prevalenza delle patologie prese in esame nella popolazione considerata come potenzialmente «esposta», in quanto residente in prossimità della discarica, si sono rivelati «simili o spesso inferiori a quelli caratterizzanti la popolazione di Imola».
«Tali risultati – ha poi precisato Vinceti – pur con la cautela dovuta alle ridotte dimensioni della popolazione residente in prossimità della discarica, alla possibilità, mai del tutto escludibile negli studi epidemiologici non sperimentali, di interferenze da parte di fattori “confondenti” non misurati (che possono cioè alterare i risultati, Ndr), e infine alla tipologia degli indicatori sanitari utilizzati, non suggeriscono il verificarsi di effetti nocivi in ambito sanitario, associati alla residenza in prossimità del sito di trattamento rifiuti preso in esame. In altre parole, non possiamo dire che abitare entro 5 chilometri dalla discarica sia legato a un potenziamento del rischio di ammalarsi».
Per quanto riguarda i controlli e i monitoraggi sulla discarica, Adelaide Corvaglia, del servi-zio di Prevenzione ambientale metropolitana dell’Arpae Emilia Romagna, ha spiegato nel det-taglio le azioni messe in atto in questi anni. Sul sito www.arpae.it sono riportati i documenti relativi alle attività di parere, controllo e monitoraggio effettuate da Arpae negli ultimi dieci anni. (lo.mi.)
Ulteriori ampi approfondimenti sull”argomento sono su «sabato sera» del 6 giugno
Nella foto l”assessore all”Ambiente del Comune di Imola Andrea Longhi e il direttore generale dell”Ausl Andrea Rossi al convegno svoltosi al teatro dell”Osservanza