Conami, la presidente Stefania Forte si è dimessa, il “forziere” dei Comuni ancora bloccato
Stefania Forte, presidente del Consiglio di amministrazione del ConAmi, ha consegnato le sue «dimissioni irrevocabili». Da lunedì il Consorzio non ha più una governance. Un atto annunciato o quasi, dopo l’informativa ai soci di un paio di settimane fa con la quale Forte dichiarava di essere nell’«oggettiva impossibilità di poter svolgere il mandato» dal momento che il consigliere Stefano Cassani aveva rinunciato. Rimasti in due, Forte e l’altro consigliere Giulio Cristofori, non potevano operare. “Se fossi stata nelle condizioni di poter deliberare, come da articolo 33bis dello Statuto, non avrei dato le dimissioni. Ma così sarei andata contro i miei principi e il rispetto che ho del denaro pubblico, in quanto avrei percepito il mio compenso fino ad approvazione del bilancio senza in effetti essere utile al ConAmi”.
E adesso? La palla torna a Manuela Sangiorgi, sindaca di Imola e presidente dell’assemblea dei sindaci-soci che a gennaio aveva nominato da sola Forte e gli altri del Cda forzando la mano agli altri 22 sindaci-soci appellandosi al Codice civile. Nel commento ufficiale ha sottolineato l’intenzione di «dare spazio al dialogo tra i sindaci e trovare così quanto prima un accordo politico» per la nomina del prossimo Cda rimarcando «che, come in passato, non potrà che avere lo stesso numero di componenti (3) sempre spettato al Comune di Imola in qualità di socio di maggioranza. Per i nomi sono aperta al dialogo». Nell’incontro informale dei soci di giovedì 30 maggio pareva essere nata una convergenza per la presidenza su Andrea Garofalo, fino al 3 aprile direttore della società pubblica Rete Gas di Fidenza Srl, nelle scorse settimane già visto a Imola. Ora si vedrà. Un altro incontro informale si è tenuto oggi pomeriggio ma non ne è uscito nulla di buono. Gli altri sindaci-soci preferirebbero un nome del territorio. E il famoso stallo continua.
Ma il ritornello sulle nomine, l’esigenza di marcare il punto su chi sceglie i nomi, non faccia perdere di vista la sostanza: il ConAmi è un «forziere» al quale fanno capo reti e impianti di proprietà di 23 Comuni, non solo di Imola, nonché 108 milioni di azioni di Hera Spa che producono da soli oltre 10 milioni all’anno. L’approvazione entro giugno del bilancio, senza more di commissariamento, porterà all’incasso immediato dei dividenti, con i quali chiesto a gran voce proprio dalla Giunta 5Stelle imolese. Ma occorre lavorare in fretta per preparare un piano industriale per mettere in sicurezza futuro, investimenti e progetti (ad esempio come si intende ovviare ai mancati introiti della discarica). Sullo sfondo c’è quella lettera che il collegio dei revisori, organo tecnico previsto dalla legge, ha inviato due mesi fa in calce all’approvazione del bilancio 2018 del Comune in cui si fa presente che per far quadrare i conti Imola ha inserito quasi 6 milioni e 480 mila euro per ciascun anno dal 2019 al 2021 provenienti da utili del ConAmi, ma mancano piano triennale e approvazione del bilancio consuntivo del Consorzio sono considerati sostanzialmente aleatori. (l.a.)
Altri particolari sul “sabato sera” in edicola dal 6 giugno.
Nella foto Stefania Forte e la sindaca Sangiorgi