Buona Settimana di Marco Raccagna: Il consenso ormai si muove in modo fluido e anche veloce
Il risultato delle elezioni europee in Italia, letto dal punto di vista della nostra politica interna, ci consegna un dato incontrovertibile e potenzialmente drammaticamente nuovo per il nostro Paese, per lo meno nella sua storia democratica iniziata dopo la fine dellaSeconda guerra mondiale. Lo dico in questo modo: le destre, a volte pure estreme (Lega e Fratelli d’Italia), hanno potenzialmenteda sole il 40,3% dei consensi e sono ampiamente la maggioranza relativa. Se poi aggiungessimo a queste liste i voti di Forza Italia e dei movimenti di estrema destra, arriveremmo a superare il 50%e quindi la maggioranza assoluta.
E’ questo il dato a mio avviso determinante, che fa passare in secondo piano qualsiasi altra considerazione e che, naturalmente, contiene in sé lo sfondamento della Lega in tutte le regioni italiane, Emilia Romagna compresa. Determinante perché capace di modificare e dettare tempi ed argomenti della vita politica e reale dell’Italia e determinante perché impone di partire da qui per ogni azione politica che gli avversari della destra vogliano o sappiano intraprendere, a cominciare dal Partito democratico, che esce da queste elezioni rinfrancato da un buon risultato. Questo a prescindere dalla piccola spinta a favore raccolta dagli amici di Articolo1, cioè dai Bersani e dai D’Alema, non esattamente il «nuovo che avanza», ma credo si possa dire che va bene così.
Il secondo dato rilevante è la vittoria, per esempio qui a casa nostra, alle amministrative, di tutti i candidati del Pd e del centrosinistra. Peraltro ulteriormente addolcita dalle vittorie al primo turno di Gori a Bergamo, di De Caro a Bari, di Ricci a Pesaro, di Muzzarelli a Modena e di Nardella a Firenze, per citarne alcuni. Segno che rispetto alle politiche di un anno fa, e non poteva essere diversamente, le cose sono cambiate. Una notizia molto importante per il nostro territorio, che ha dietro molti nomi e cognomi che solo per questioni di spazio non faccio. Dirò però che è di buon auspicio per il lavoro di riorganizzazione, innovazione e consolidamento che ha già iniziato a fare e che dovrà svolgere il neo segretario della federazione Marco Panieri e tutta la dirigenza del partito locale. In quel voto peraltro c’è un dato importantissimo: e cioè il fatto che la Lega, ovunque fortissima il 26 maggio alle europee, nel voto amministrativo lo stesso giorno dimezza o quasi i voti, «regalandoli» nella maggioranza dei casi ai candidati del centrosinistra. Segno di una modifica quasi genetica di quel partito, che da espressione di fortissime e consolidate identità locali ed autonomistiche, si è trasformato in un partito di destra sovranista e populista che raccoglie consenso a partire dal livello nazionale. Ma segno anche che ormai le categorie di destra e sinistra, figuriamoci quelle di fascista e comunista, non bastano più a descrivere il panorama sociale e politico italiano ed europeo, perché il consenso si muove su linee di trasversalità estrema e su categorie nuove e differenti, rimescolando spesso le carte in tavola.
C’è poi il crollo, ancora parziale, ma continuerà, stiamone certi, del Movimento5Stelle. E’ in sostanza il prodotto del governo Lega/5Stelle. Non poteva che essere così. Un movimento prettamente di protesta, totalmente trasversale e qualunquista dal punto di vista delle idealità politiche e culturali, che non sa affrontare nel concreto quasi alcun argomento reale, ma che si rifà continuamente ad un supposto popolo ideale (totalmente costruito sulla carta in modo demagogico e furbesco) volendone essere il paladino, non può durare e, soprattutto, non poteva superare la prova del governare e dell’assumersi delle responsabilità coerenti. Ora il Pd dovrà dimostrare di saper fare davvero politica, sapendosi muovere a 360 gradi, perché è evidente che l’avversario è un centrodestra modificato, con un M5S sempre più marginalizzato e residuale. Ed è evidente che il consenso, una volta confermati i principi, andrà allargato sulle idee e le cose da fare, abbattendo tutti gli ostacoli derivanti da un’analisi del paese, della società e della politica fatta con gli strumenti culturali del passato. Perché quegli strumenti immobilizzano il quadro politico, mentre al contrario il consenso si muove in modo fluido e spesso anche veloce. Da questo punto di vista, le elezioni europee ci consegnano risultati che, a parte il Pd, fotografano un appeal non proprio lusinghiero delle altre liste di centrosinistra, più o meno classiche. Segno che anche il perimetro del centrosinistra, vecchio o nuovo che sia, non basta più per confrontarsi con questa destra. E che quindio ccorre spingersi ben oltre, sia nella società, sia nei partiti e nei movimenti già esistenti.
Cosa accadrà ora non è semplice da prevedere. Può davvero accadere di tutto, compreso assolutamente nulla, anche se personalmente penso che quest’ultima eventualità sarebbe la peggiore per l’Italia. Per la regione in cui viviamo invece si prospettano mesi importantissimi, quelli che ci separano dalle elezioni regionali di fine2019 o di inizio 2020. I risultati di domenica scorsa ci dicono che il centrodestra è davanti al centrosinistra, anche se è altrettanto vero che quei numeri non sono tout court fotocopiabili sulla futura tornata regionale. Credo dipenderà moltissimo da quello che accadrà a livello nazionale e dalla capacità del Pd e del governatore uscente Stefano Bonaccini di far valere le tante cose concrete fatte nel primo mandato. Le cose cambiano, e in fretta. Buona settimana.