Clima pazzo, l”allarme della Coldiretti regionale: «A rischio tutta la produzione di miele del 2019».
Brutte notizie dalla Coldiretti Emilia Romagna riguardo all”apicoltura. L”associazione agricola annuncia che a causa del clima pazzo (marzo siccitoso, aprile e maggio trascorsi tra vento, pioggia e sbalzi termici) è persa la produzione di miele di acacia, poiché le condizioni meteo non hanno consentito alle api neanche di trovare nettare sufficiente da portare nell’alveare. E questa situazione metterebbe addirittura a rischio l’intera produzione di miele dell’Emilia Romagna per il 2019.
L’allarme della Coldiretti regionale sugli effetti del maltempo ha praticamente rovinato la giornata mondiale delle api, istituita dall”Onu nel 2018 e celebratasi il 20 maggio a livello planetario. «La pazza primavera – sottolinea l”associazione – ha creato gravi problemi agli alveari con il maltempo che ha compromesso molte fioriture e le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre se lo mangiano per sopravvivere. La sofferenza delle api è uno degli effetti dei cambiamenti climatici in atto che sconvolgono la natura e si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo».
Secondo i dati forniti da Coldiretti, la produzione di miele dell’Emilia Romagna l”anno scorso è stata di 1.440 tonnellate, con un incremento del 20% rispetto all’annata precedente che aveva risentito della straordinaria siccità del 2017. Nel 2018 rilevanti sono state le importazioni dall’estero, in aumento del 18% rispetto all’anno precedente. Quasi la metà di tutto il miele estero arriva da due soli paesi: Ungheria e la Cina, ai vertici per l’insicurezza alimentare. Dunque, se si vuole evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, secondo Coldiretti occorre «verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica».
Nel nostro paese, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina), il miele è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria. Inoltre la parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più paesi dell’Unione Europea, dice ancora l”associazione,«l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE». (r.cr.)