Il 21 maggio con il comitato “Pace e Diritti” un incontro sull”esperienza dei volontari sulla nave “Mare Jonio”
L’arrivo della bella stagione e lo stato di guerra latente in Libia (e la crisi economica in Tunisia) favoriscono le partenze di migranti. E’ un fatto, al di là di balletti di numeri o valutazioni morali. La scorsa settimana la «Mare Jonio», nave battente bandiera italiana gestita dalla ong Mediterranea Saving Humans, è stata sequestrata nel porto di Lampedusa per aver salvato 30 persone a 40 miglia dalle coste della Libia. I migranti sono stati fatti sbarcare (con scintille politiche in salsa elettorale tra i due vicepremier e il presidente Conte) ma per la nave c’è l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, così come avvenuto per il salvataggio del marzo scorso, accusa poi decaduta. Contemporaneamente al largo della Tunisia affondava un’imbarcazione con 60 persone a bordo, che nessuno ha potuto salvare.
Per capire qualcosa di più l’occasione è l’incontro organizzato dal Comitato territoriale Pace e Diritti, martedì 21 maggio, alle ore 20.45, presso il cinema Cappuccini, via Villa Clelia 10. Sarà presente Giulia Sezzi, che fa parte dell’equipaggio della «Mare Jonio» e di Ya Basta, associazione bolognese tra i soggetti promotori di Mediterranea Saving Humans. L’evento fa parte della rassegna «Territori accoglienti», promossa dal Comitato Pace e Diritti; in collaborazione con il Comitato São Bernardo Onlus (ingresso ad offerta libera fino ad esaurimento dei posti).
L’intento è quello di «svolgere attività di monitoraggio, testimonianza e denuncia della drammatica situazione in cui si trovano i migranti che in assenza di soccorsi tentano di raggiungere le coste italiane dalla Libia», spiega Francesca Zanoni di Ya Basta. Originaria di Trento, 26 anni, si è trasferita a Bologna per studiare ed è rimasta a lavorare come avvocato praticante specializzato nei diritti dell’immigrazione. E’ stata sulla «Mare Jonio» per tre settimane da metà aprile all’inizio di maggio. La settimana scorsa ha partecipato all’evento di formazione per i volontari dei prossimi equipaggi organizzato a Bologna. «Mettersi in gioco in prima persona è stata un’esperienza importante e forte – racconta -. Durante il mio periodo a bordo non abbiamo fatto soccorsi diretti. Ma “battere” il mare in cerca di vite da salvare e vedere la linea dell’orizzonte qua e là spezzata da resti di barche e giubbini di salvataggio galleggianti, per chissà quale motivo, è stato molto toccante». (mi.mo.)
Il servizio completo è pubblicato su «sabato sera» del 16 maggio
Nella foto la bimba di due anni che si trovava tra le 30 persone soccorse l”8 maggio