Dal primo dopoguerra al 1986 la storia dei Tablàc, da strilloni a edicolanti a Imola in piazza delle Erbe
“A l l’ombra dl’arloj” i giornali si sono venduti fin dal primo dopoguerra. La storia è stata ricostruita da Marcello Castellari sul “sabato sera” del 18 gennaio 1986, momento in cui Piero Rebeggiani e la cognata Franca Manara subentrarono nella gestione dell’edicola delle sorelle Corazza. Un passaggio di testimone storico, perché Adele e Bruna, dette anche le «sorelle pazze», erano nientedimeno che la terza generazione di una dinastia di strilloni prima, edicolanti poi, succedutisi nell’arco di circa sessant’anni.
Come ricostruisce Castellari nel suo articolo, il capostipite fu il nonno Domenico, detto «Tablàc». Un soprannome bizzarro, forse derivante dalla sua abitudine di masticare tabacco oppure, ipotizza il giornalista, dalla parola «tabàc», che nel dialetto della bassa Romagna indica il ragazzetto. Domenico Corazza cominciò la sua attività come strillone. Due volte alla settimana ritirava alla stazione una ventina di copie de “Il Resto del Carlino” e le vendeva per le strade del centro «strillando» i titoli per richiamare l’attenzione dei passanti.
E’ solo dopo il 1945 che Tablàc figlio da strillone diventa edicolante. Il primo posto al coperto fu un locale sotto il Centro cittadino. Appena un anno più tardi, il cementista Fiumi costruì un minuscolo chiosco all’angolo di piazza Gramsci dove Andrea Corazza proseguì a vendere i giornali con l’aiuto della figlia Anna e, in seguito, di Gianfranco. Quando questi nel 1948 trovò un posto al Lolli come infermiere, lo sostituì Bruna. Adele arrivò invece più tardi, appena tredicenne. Furono così Bruna e Adele, le «Tablàcchine», a portare avanti la tradizione di famiglia. (lo.mi.)
L”articolo completo è su «sabato sera» del 9 maggio
Nella foto l”articolo sulla storia dei Tablàc scritto nel 1986 da Marcello Castellari sul nostro settimanale