A Castel San Pietro crescono i redditi e l”occupazione anche grazie al servizio sviluppo economico creato dal Comune
I dati forniti dagli uffici tecnici comunali e pubblicati sul numero di fine mandato del periodico di informazione comunale Castello Notizie raccontano un aumento di oltre il 10 per cento del numero degli occupati sul Sillaro, dai 4.596 complessivi del 2014 ai 5.207 del 2017. E’ tornato a crescere soprattutto il settore terziario, seguito da industria e commercio. I dati contenuti nel report sulla fragilità demografica della Città Metropolitana rappresentano Castel San Pietro come il comune più «ricco» fra i dieci dell’area imolese in base al reddito medio pro capite con 23.867 euro per l’anno 2016; sempre secondo il report, Imola si ferma a 23.155 euro, Dozza è terza a livello circondariale con 22.979 euro; a livello metropolitano il reddito medio si attesta sui 25.083 euro, dieci punti percentuali in più del dato regionale e oltre 21 se confrontati con il reddito medio nazionale.
«Questa amministrazione ha costruito un vero e proprio servizio di sviluppo economico per rispondere in tempi rapidi e certi alle richieste delle aziende e andare incontro alle loro necessità attraverso una intensa attività di tutoraggio – rivendica il sindaco Fausto Tinti -. Abbiamo lavorato per ridurre i tempi di risposta alle aziende degli sportelli Suap e Sue, gli sportelli unici delle attività produttive ed edilizio, unificati sotto l’egida del servizio di Sviluppo economico che definisce l’iter di lavoro dei vari sportelli secondo tempistiche di volta in volta condivise con le aziende. Inoltre nel nuovo strumento urbanistico operativo Poc abbiamo applicato degli oneri ridotti rispetto a prima per le opere di urbanizzazione terziaria, quelli relativi alle infra-strutture stradali. Mentre sono rimasti invariati i prezzi delle aree edificabili».Questi gli strumenti con i quali la politica castellana ha cercato di prestare grande attenzione alle esigenze delle aziende per invogliarle ad investire sul territorio. E i nuovi insediamenti avvenuti negli ultimi quattro anni sembrano confermarlo, basti pensare a Robopac, che ha riqualificato l’ex stabilimento Malaguti, mentre altre già presenti hanno deciso di continuare ad investire, ne è un esempio il maxi-accordo urbanistico con Crif-Palazzo di Varignana, società leader informatica bolognese nonché gruppo alberghiero-congressi, che al tempo stesso si amplia, contribuisce a riqualificare il centro storico della frazione di Varignana e promette di portare nuova attività per quella di Osteria Grande costruendo un auditorium.
Un circolo virtuoso evidente soprattutto sull’asse San Carlo ma non solo, nel capoluogo, ad esempio, ci sono anche la zona Fontanelle e Valle di Malta, accompagnato da un indotto sotto forma di servizi vari, come la ristorazione. (mi.mo.)
L”articolo completo è su «sabato sera» del 9 maggio
Nella foto l”area artigianale Ca” Bianca a Castello