Il Touring club porta a cena con Leonardo Da Vinci… e c”è anche la «sua» acquarosa
Nei Quaderni d’anatomia ora conservati alla Royal Library di Windsor Leonardo scrive: «…se realmente sei, come ti descrivi, il re degli animali – direi piuttosto re delle bestie, essendo tu stesso la più grande! – perché non eviti di prenderti i loro figli per soddisfare il tuo palato, per amor del quale ti sei trasformato in una tomba per tutti gli animali?». Un Leonardo amante degli animali, quindi. Anche vegetariano? «Non credo – commenta Fabrizia Fiumi, ex insegnante e attuale console del Club di territorio di Imola del Touring club italiano -, ma è certo che uno degli aspetti che intriga riguardo al genio vinciano è proprio la cucina».
E per discuterne assieme, cosa di meglio di una cena? La organizza proprio il Club imolese del Tci venerdì 17 maggio alle 20.30 all’Osteria del Piolo in via Appia 80 a Imola. «L’argomento è interessante. Per l’Expo a Milano vennero proposte le merende di Leonardo bambino nella casa del nonno, con pane e olio e ricette di marmellate. Poi c’è stata la pubblicazione del Codex Romanoff, attribuito a Leonardo, che si dice sia stato ritrovato presso il museo dell’Hermitage. Museo che, però, nega la presenza di un simile reperto nei propri archivi. Qui si racconta di Leonardo e Botticelli, entrambi allievi del Verrocchio, che aprono insieme un’osteria chiamata Le tre rane di Sandro e Leonardo, la quale non riscuote successo per via degli insoliti abbinamenti proposti. Io credo che sia una bufala. Così come ci sono tante ipotesi e speculazioni su Leonardo vegetariano, a cominciare dagli episodi descritti dal Vasari relativi alla liberazione degli uccellini dalle gabbie, ma non è detto che lo fosse. Dai suoi appunti, sappiamo che gli acquisti per la cucina a Milano comprendevano di tutto».
Mangiava anche lui carne e pesce? O erano per i suoi ospiti? La cena che propone il Touring club è onnicomprensiva e varia. «Proponiamo un menù preso dalla Cucina Italiana che ha il nostro stesso approccio – continua Fabrizia -: poche certezze inquadrate nella cucina del tempo, che aveva cuochi importanti come Maestro Martino da Como e Bartolomeo Scappi».
All’Osteria del Piolo saranno così serviti pane e olio di nonna Lucia, zanzarelli in brodo di carne, involtini di vitello, insalata di Leonardo, Biancomangiare, acquarosa, acqua e malvasia.
«Nonna Lucia era la nonna di Leonardo – spiega la Fiumi -. Il grande frantoio Montalbano a Vinci ha fatto una produzione speciale di extravergine nominata Il Genio, e siamo andati a comprarlo appositamente: lo serviremo quella sera. Poi ci sono le uova (negli zanzarelli che uniscono uova, formaggio e pangrattato, Nda), che oltretutto erano anche usate come legante per i colori, e l’insalata, perché le erbe spontanee erano fondamentali e anche Leonardo ne parla. Il Biancomangiare è un dolce classico della cucina medievale, e l’Acquarosa è un liquore a base di petali di rosa, la cui ricetta è stata scritta da Leonardo nel Codice Atlantico (è composta da acqua, zucchero, estratto di rosa, limone, alcool). A Vinitaly la Fattoria Dianella ha presentata la propria riedizione e l’abbiamo comprata per portarla in tavola venerdì sera. Ogni portata sarà poi accompagnata e introdotta da storie e aneddoti». (s.f.)
Quota di partecipazione alla cena: 40 euro (38 per soci Tci).
Prenotazione obbligatoria entro il 13 maggio al 331/7877662 oppure 335/5856303 (i posti sono limitati).
Nella foto, di Fabrizia Fiumi: l’acquarosa Dianella, che sarà sulla tavola della cena del 17 maggio a Imola