Dagli scavi tra via Volturno e il parcheggio di via Oberdan sono emerse le mura difensive dell”antico castello
Una parte del castello che dà il nome alla cittadina, che oggi si espande tra il Sillaro e la via Emilia, è riapparsa grazie alle recenti indagini archeologiche propedeutiche ad un progetto di restauro conservativo delle antiche mura. Un progetto attualmente in fase di condivisione tra l’Amministrazione comunale del sindaco Fausto Tinti e la Soprintendenza di archeologia belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara. Per la precisione, i sondaggi propedeutici, iniziati a metà marzo nell’area fra via Volturno e il parcheggio di via Oberdan, hanno riportato alla luce alcuni tratti dell’antico impianto murario difensivo del castello.
Un’importante porzione è attualmente visibile ai curiosi nella trincea scavata proprio nell’area verde adiacente il parcheggio. Agli occhi dei comuni passanti potrebbe sembrare solo l’ennesimo pezzo di muro della cinta che circondava l’antico castello, ma Renata Curina, funzionario archeologico per la sede bolognese della Soprintendenza, spiega di cosa si tratta esattamente e soprattutto la sua importanza da un punto di vista storico-scientifico: «La porzione rinvenuta dimostra l’esistenza di strutture difensive che contraddistinguevano ed intervallavano il circuito murario vero e proprio di Castel San Pietro – spiega l’archeologa -. Non sappiamo se si tratta dell’antico accesso al castello, che sorgeva nello spazio occupato dall’attuale piazza centrale, piazza XX Settembre, oppure, piuttosto, un rivellino, un’ulteriore fortificazione indipendente che veniva eretta per una maggiore protezione dei punti sensibili. Ma questo ritrovamento conferma alcune ipotesi presenti in molti documenti storici e che avevamo già ipotizzato durante la campagna di scavi fatta nella piazza sul finire degli anni Novanta. Per la città si tratta di un bel colpo considerando il buono stato di conservazione dei reperti murari rinvenuti».
Già gli scavi iniziati nel 1994 in piazza XX Settembre per il rifacimento della pavimentazione, di fatto ampliati fra il 1997 e il 1998 fino a diventare uno dei più grandi cantieri archeologici urbani della regione per quei tempi, hanno portato alla luce un pezzo importante della storia della città. «Allora scavammo per capire perché i documenti del Trecento riportassero l’ordine di abbattere le case e i palazzi che sorgevano nell’area dell’attuale piazza» ricorda Maurizio Molinari, archeologo del Gruppo per la valorizzazione dei beni culturali e ambientali della Valle del Sillaro -. Oggi, grazie ai nuovi scavi tra via Volturno e il parcheggio di via Oberdan, viene confermata la presenza di fortificazioni aggiuntive adiacenti la vecchia rocca e le vicine mura». (mi.mo.)
Il servizio completo è su «sabato sera» del 2 maggio
Nella foto un”immagine degli scavi