Futsal Imolese Kaos, il «dottor» promozione Alessandro Bandini con un passato tra i pali
In ogni grande società che si rispetti tutte le componenti devono essere di prim’ordine. Anche all’Imolese Kaos nulla è lasciato al caso, nemmeno ciò che riguarda il settore medico-sanitario. Diagnosi, recupero e gestione degli infortunati sono aspetti che non vanno sottovalutati se si vuole raggiungere un obiettivo prestigioso come la promozione in A2. A tutto questo, da agosto ad oggi, ci ha pensato l’imolese Alessandro Bandini, medico 35enne, che in molti ricordano per un passato nell’Imolese del calcio a 11 a cavallo degli anni 2000. «Nevio Valdifiori mi fece esordire in C2 a 16 anni nel ’99 – ha confermato Bandini -, mentre nella stagione successiva ero il secondo di Emiliano Betti, con Bianchetti in panchina. Giocai la Coppa e tre partite da titolare in campionato, poi la mia carriera di fatto terminò poco dopo tra Castel San Pietro, Mezzolara e Dozza».
In quel periodo giocavi e lavoravi sfruttando il diploma da geometra. Quando è nata la passione per la medicina?
«Avevo 24 anni e giocavo a San Patrizio. I sacrifici sono stati tanti, ma volevo fare un lavoro che mi piacesse davvero».
Si può dire che sei tornato a casa.
«A dire il vero, dopo la parentesi da giocatore, durante l’era Lelli per un periodo ho fatto l’allenatore dei portieri. E poi, due anni fa, seguivo già i rossoblù del futsal in serie B, ma lavorando a Udine non sempre ero presente, mentre ora studio alla specialistica di anestesia e rianimazione a Bologna. Il calcio a 11, però, lo seguo ancora: a Sesto Imolese do una mano al diesse Tozzoli, mentre non mi perdo un risultato del Sanpaimola dei miei amici Balducci e Tinti». (d.b.)
L”articolo completo su «sabato sera» del 18 aprile.
Nella foto (Isolapress): Alessandro Bandini