Dall’esonero al miracolo, così è nato il mister dell”Imolese Alessio Dionisi
Tre anni fa, più o meno di questi tempi, Alessio Dionisi e Simone Di Battista, magari davanti ad un gelato al pistacchio (dopo una pizza, ovvero un must a tavola per entrambi) stavano progettando la stagione successiva a Borgosesia dove, dopo l’esonero con l’Olginatese, l’allenatore toscano avrebbe cominciato la sua corsa verso l’alto che, per ora, ha vissuto la sua tappa principale nell’Imolese dei miracoli di questa stagione. Ripercorrere al contrario il percorso che ha portato Dionisi sulla panchina rossoblù vuol dire cominciare da Olginate, piccolo comune in provincia di Lecco dove l’allora difensore centrale, ex bandiera della Tritium, giocò in serie D nella stagione 2013/14.
«Allenatore in campo» è la definizione che rimbalza dal Comunale di via dell’Industria, dove gioca l’Olginatese che, dopo aver scommesso su Del Piano, decide di puntare le proprie fiches su Dionisi per la stagione successiva, senza avere però la pazienza che serve in questi casi, visto che alla 6ª giornata arriverà il benservito. Infortuni, il passaggio dal campo alla panchina con alcuni ex compagni che diventano tuoi giocatori, il lancio in prima squadra di Bianchimano (oggi attaccante del Catanzaro): agitate il tutto ed avrete le prime 6 gare non positive dell’Olginatese che decide di cambiare, ma Dionisi non si scompone e resta comunque in buoni rapporti con la società lombarda, salutata non più tardi di 2 settimane fa in coincidenza del match dell’Imolese in casa della Virtus Verona.
Proprio su un campo di periferia è scoccata invece la scintilla con Simone Di Battista, direttore sportivo che all’epoca del «colpo di fulmine» era al Borgosesia. «L’ho incontrato per la prima volta ad una partita di Coppa Italia Primavera fra Milan e Sassuolo – riavvolge il nastro l’attuale direttore sportivo del Fiorenzuola – ed abbiamo parlato di calcio, accorgendoci immediatamente che avevamo idee molto simili. Io sono uno che non sta a guardare al curriculum e credo che alle persone debba essere data una possibilità. Così ho scelto Alessio per il Borgosesia ed il primo anno, con una squadra totalmente nuova, cominciò con il 4-2-3-1, cambiando poi in corso d’opera verso il 4-3-3, in base ai giocatori che aveva a disposizione. Nei momenti di difficoltà di quella stagione rimanemmo uniti e compatti: mi bastava vedere la qualità del lavoro di Alessio durante la settimana per essere sicuro che avremmo risolto i problemi». (a.d.p.)
L”articolo completo su «sabato sera» del 18 aprile.
Nella foto: Alessio Dionisi