Torna l”interesse per gli animali da cortile, alla scoperta del pollo romagnolo e dell”oca di Romagna
Pollo romagnolo, oca romagnola, anatra romagnola, colombo romagnolo, tacchino romagnolo, tacchino di Parma e Piacenza, gallina modenese. Tutte razze presenti da sempre nelle aie dei contadini, ma via via soppiantate da razze più produttive. Così, per evitarne l’estinzione, alcuni agricoltori appassionati delle province di Bologna, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini hanno dato vita nel 2007 ad Arvar, l’Associazione razze e varietà autoctone romagnole, strumento di conoscenza della storia e della vita delle comunità locali rurali e con l’obiettivo di tramandarne il patrimonio culturale, ambientale, sociale e gastronomico.
In particolare, tra i pennuti, fin dal primo momento a riscuotere la maggiore attenzione sono stati il pollo romagnolo e l’oca di Romagna. «Anzi – ci spiega Davide Montanari, allevatore imolese di avicoli e colombi di razza romagnola in selezione e socio Arvar – la decisione di dare vita all’associazione è dovuta proprio al pollo romagnolo». Che sembrava una razza perduta, estinta. I primi documenti che parlano del pollo romagnolo risalgono infatti a fine Ottocento. Nel 1930 questa razza era presente ad una mostra avicola a Londra, poi un limbo documentale e non solo, che ne faceva temere la scomparsa.
Ma nel 1997 un anziano allevatore della campagna ravennate segnalò di avere ancora un ultimo nucleo (circa una trentina di esemplari) della razza locale di polli. Un dottorando della facoltà di Medicina veterinaria di Parma, Alessio Zanon, recuperò questi animali che parevano proprio di razza romagnola. Le analisi genetiche ne confermarono poi l’appartenenza e così partì un progetto (Agrobiodiversità nell’Appennino romagnolo) mirante alla diffusione della razza attraverso l’impegno diretto di Tiziana Nasolini, allora direttrice della Centrale ortofrutticola di Cesena (oggi Alimos), e dell’agronomo Stefano Tellarini di Faenza. La Centrale di Cesena cominciò a incubare le uova che settimanalmente le venivano inviate dall’Università di Parma e si cominciò così ad assegnare i primi pulcini di pollo romagnolo agli allevatori custodi. Nel 2015 la razza è stata riconosciuta dalla Regione Emilia Romagna. A Imola sono due le aziende agricole che vendono al dettaglio le uova di pollo romagnolo da mensa: l’A-zienda agricola Betti Roberto di via Punta 85/A e l’Azienda agricola «Il Colombarotto», con punto vendita denominato «La Bottega del contadino» in via Selice 191.
Un altro animale che merita un interesse speciale e che non mancava mai nelle aie dei contadini è sicuramente l’oca di Romagna o romagnola, meglio conosciuta in tutto il mondo col nome di oca di Roma, denominazione quest’ultima che le è stata data dagli avicoltori spagnoli di Barcellona quando, nel maggio del 1924, la nostra razza venne presentata in quella città ad una esposizione mondiale. In quell’occasione i visitatori si domandarono se la romagnola appartenesse alla razza che salvò il Campidoglio dalle truppe galliche di Brenno nel lontano 382 a.C. e fu gioco facile farglielo credere. Tant’è che ancor oggi negli Stati Uniti viene allevata in purezza l’oca romagnola denominata come Roman goose.
«Il mercato di Lugo era il centro di commercializzazione delle piccole ochette di razza romagnola – racconta Montanari, che possiede quelle molto rare definite ciuffate per il loro caratteristico e simpatico ciuffo sulla testa -. Era compito delle donne mettere a cova le uova di quest’oca sotto alle tacchine romagnole, apprezzate per la grande attitudine alla cova». L’oca romagnola era considerata il maiale dei poveri perché con le sue carni pregiate si potevano realizzare alcune preparazioni a lunga conservazione, come la carne sotto grasso o il prosciutto e il salame d’oca. Retaggi di civiltà contadina che è giusto conservare, motivo per cui l’Arvar organizza e promuove iniziative in tutta la regione. Dopo la terza edizione de L’Aja in piaz-za, che si è svolta recentemente a Imola, e Agriolodi metà aprile a Riolo Terme, a maggio si terrà la sagra paesana di Bastia di Ravenna, per poi tornare a Imola dal 14 al 16 giugno con la Fiera agricola del Santerno. (al.gi.)
L”articolo completo è su «sabato sera» del 18
Nelle immagini Davide Montanari con esemplari di pollo romagnolo e oca di Romagna