Gli effetti del Decreto Salvini nel territorio imolese: a rischio il sistema di accoglienza diffusa e molti posti di lavoro
In quanti si sono accorti che il circondario imolese sta accogliendo 190 migranti? Forse in pochi e non è un caso. Sul territorio, infatti, dal 2016 è attivo un sistema di accoglienza diffusa, un progetto che dipende dal Circondario e che coinvolge quattro comuni: Imola, Casalfiumanese, Castel San Pietro e Castel Guelfo. Qui sono attivi 18 punti, tra Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e sistemi di seconda accoglienza, i cosiddetti Sprar (Sistemi di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Il progetto, nato su spinta di Trama di terre e Caritas, promuove forme di accoglienza integrata assieme alle istituzioni locali, centrata sull’inserimento sociale ed economico delle persone accolte e sulla tutela dei diritti di asilo.
Il decreto Salvini su immigrazione e sicurezza rischia di smantellare tutto ciò. L’allarme arriva dal Comitato territoriale pace e diritti, nato lo scorso settembre e composto da 12 associazioni di volontariato, 3 sindacati e 5 partiti, più singoli cittadini. «I gestori avranno un ruolo di guardiani e non più di operatori di accoglienza – spiega Tiziana Dal Pra di Trama di terre -. Per questo noi, così come molti altri enti, non parteciperemo alla nuova gara di appalto per la gestione dei centri di accoglienza, in scadenza il 27 aprile.
In attesa degli esiti del bando, le gestioni attuali sono state prorogate fino al 30 giugno. Poi non si sa. Le nuove strutture potranno accogliere, a differenza di ora, solo chi ha già ottenuto la protezione internazionale, escludendo così le persone richiedenti asilo». I nuovi capitolati di gara riducono il numero di operatori sociali in rapporto al numero delle persone accolte. Anche l’importo giornaliero pro capite passerà, per i centri in accoglienza in rete fino a 50 posti, da 35 a 21,35 euro, tagliando in questo modo tutta una serie di servizi finora garantiti come, ad esempio, l’insegnamento della lingua italiana e il supporto psicologico. Una conseguenza diretta sarà anche la perdita di posti di lavoro.
«Oggi nel circondario – prosegue Dal Pra – sono una trentina gli operatori fissi assunti all’interno delle strutture esistenti, numero che sale a 45 se si considerano le figure professionali con contratti a carico delle associazioni: psico-terapeuti, insegnanti di italiano, operatori degli sportelli lavoro».A livello metropolitano, conferma la segretaria generale della Cgil di Imola, Mirella Collina «ci sono circa 300 operatori, senza contare l’indotto. Dai tavoli metropolitani si evince che potrebbe esserci una riduzione di posti di lavoro del 50 per cento». Per sensibilizzare istituzioni e cittadini su quanto potrebbe ac-cadere al positivo modello locale di accoglienza, il Comitato pace e diritti ha organizzato una serie di iniziative dal titolo “Territori accoglienti”. (lo.mi.)
L”articolo completo è su «sabato sera» dell”11 aprile
Nella foto un momento della presentazione della rassegna “Territori accoglienti”