Elezioni comunali, a Medicina sono quattro i candidati che puntano alla carica di sindaco
Quattro candidati pronti a darsi battaglia per la poltrona di primo cittadino nella città del Barbarossa. Matteo Montanari, attuale vicesindaco nella Giunta Rambaldi, è stato il primo a rompere gli indugi per il centrosinistra, poi si è aggiunto Cristian Cavina portacolori del M5S, che siede in Consiglio comunale come capogruppo. A fine marzo si è aggiunto Enrico Raspadori per la lista Sinistra Medicinese, infine Salvatore Cuscini, per il centrodestra, targato (ad oggi) solo Lega e Fratelli d’Italia. Questo il panorama di una campagna elettorale sottotono, ma con improvvisi colpi di scena (vedi il vicino comune termale).
Medicina si presenterà al voto per la seconda volta con il sistema riservato alle città con più di 15 mila abitanti che prevede il ballottaggio se uno dei candidati sindaco non supera il 50 per cento dei voti al primo turno. Montanari, 36 anni, ha lavorato per «cucire» e costruire una coalizione la più ampia possibile, senza rinnegare la tessera del Pd che ha in tasca ma senza simboli di partito. «Quando ho accettato la proposta di candidarmi ho posto una sola condizione, quella di allargare la base che doveva appoggiarmi. Aprire a tutte le persone competenti disposte a partecipare a un progetto che mettesse al centro la nostra città, andando oltre le logiche di partito». Alla fine ha costruito una coalizione con tre liste civiche: Matteo Montanari sindaco, Centrosinistra e sinistra uniti, Medicina democratica e solidale; alla cena di autofinanziamento e presentazione il 31 marzo scorso c’erano oltre 350 persone.
Nel segno della continuità politica anche la candidatura di Cristian Cavina, attivista grillino della prima ora («ero al Vday a Bologna»), ha deciso di impegnarsi sul locale cinque anni fa quando l’allora candidata sindaco Kim Bishop e Medicinalternativa si trasformano in un vero gruppo 5 Stelle. Eletto consigliere, sostituisce la Bishop quando quest’ultima lascia per motivi personali. Cavina, 35 anni, ha un negozio di prodotti in canapa e per il benessere della persona in centro storico a Medicina, diplomato in elettronica e comunicazioni, è operatore iscritto all’albo Asi Fitness & wellness. «Siamo riusciti a raggiungere risultati impensabili per una forza di minoranza. Abbiamo fatto approvare la mozione che impegna il Comune ad acquistare solo auto elettriche» rivendica. «Questo fa capire il nostro iter rispetto ad altre forze, come la Lega, che cavalcano solo un’onda nazionale».
E” Gianni Tonelli, deputato della Lega nonché candidato sindaco a Castel Guelfo per il Carroccio («Sono sempre qua, basta girare»), a presentare l’imprenditore edile in pensione Salvatore Cuscini come portacolori su Medicina. Cuscini, 65 anni, conferma: «Tutto quello che ho realizzato nella vita me lo sono guadagnato e ora mi sento in dovere di dare il mio contributo nel pubblico, ci sono cose da cambiare». Dietro a Cuscini non è certo che ci sarà il centrodestra compatto, come nei tre Comuni della vallata o a Mordano e Castello. «Ad oggi è sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia» taglia corto Tonelli.
Per finire, si reitera per l’ennesima volta la storica separazione tra il centrosinistra e quello che in passato era il mondo legato a Rifondazione comunista e dintorni. La lista quest’anno si chiama Sinistra Medicinese, il candidato sindaco è per la seconda volta Enrico Raspadori, 37 anni, insegnante di informatica e matematica in un istituto superiore professionale di Bologna, da sempre impegnato in progetti culturali su cinema, musica, teatro e letteratura con le associazioni medicinesi. «L’idea è partita da me e Jessy Simonini – racconta -, un percorso in cui includere una larga parte della fetta di popolazione che ha fame e sete di sinistra». (l.a.)
L”articolo completo è su «sabato sera» dell”11 aprile
Nella foto i quattro candidati di Medicina: Cristian Cavina, Salvatore Cuscini, Matteo Montanari ed Enrico Raspadori
Mi sento profondamente offeso da Montanari e da certi suoi seguaci. Vende il concetto di competenza ma in realtà si ê ben guardato dal cercare là dove la competenza c’è, cercandola unicamente in ambienti ristretti e decorati PD.La solita buffonata per nascondere un simbolo che reca vergogna per il suo immobilismo.