Il mordanese Davide Bulzamini e la Nazionale di pallamano questa sera in campo a Faenza
Per una settimana il centro della pallamano italiana è stato il triangolo formato da Imola, Mordano e Faenza. Nella mattinata di giovedì 4 è arrivata la maggior parte degli azzurri e in serata sono iniziati gli allenamenti in vista della fondamentale partita di questa sera, mercoledì 10 aprile, con la Slovacchia che si giocherà al PalaCattani di Faenza (ore 18.45, ingresso gratuito e diretta su Sportitalia). Sarà anche la prima volta di un incontro ufficiale della pallamano italiana nella nostra zona e le società organizzatrici (Romagna e Faenza) si aspettano di raggiungere le 2.000 presenze, visto l’interesse dalle altre regioni e le 700 magliette già vendute per questa partita. Un match che chiude il girone di andata delle qualificazioni agli Europei 2020, di cui fanno parte anche due potenze come Ungheria e Russia che, come previsto, sono a punteggio pieno.
Nella rosa azzurra presente anche Davide Bulzamini. Per il terzino 23enne mordanese, che da due anni gioca nella seconda lega francese dopo essere esploso nel Romagna, quella di Faenza sarà una partita indimenticabile. «Giocare in Nazionale è un sogno e farlo davanti a chi mi conosce è un sogno al quadrato, racconta Dado. Per vincere bisognerà disputare una partita perfetta e sarebbe utile farlo anche con un buon scarto, visto che tre giorni dopo abbiamo il ritorno in casa loro».
Cosa penserai quando sentirai l’inno?
«Avrò i brividi e la mente andrà a quando, da bambino, ho fatto i primi tiri in porta. Penserò ai miei genitori che mi hanno sempre appoggiato e alla mia ragazza che mi è stata vicina. Poi andrà ai ricordi, cioè a quello splendido gruppo che siamo stati col Romagna e da cui ho imparato molto a livello caratteriale. Senza di loro non sarebbe esplosa in questo modo la passione che ho per la pallamano. Sarà difficile trascorrere anni altrettanto belli come quelli col Romagna per l’ambiente e l’aria che si respirava in squadra. Un gruppo prima di tutto di amici che davamo tutto per l’altro. Siamo arrivati in Europa due anni di fila e se penso a quegli anni mi viene il magone, perché potevamo dare tanto e non ci è stato riconosciuto quello che quel gruppo meritava». (c.a.t.)
L”articolo completo su «sabato sera» del 4 aprile.
Nella foto: Davide Bulzamini con la maglia del Vernon