Cosa c’è nel Bilancio del Comune di Imola, tra investimenti, aumento Irpef e dubbi dei revisori
Imola ha finalmente approvato il suo bilancio di previsione. Un bilancio, che la stessa sindaca Mauela Sangiorgi ha definito «difficile», che contiene anche piano triennale investimenti e Documento unico di programmazione, il Dup con il dettaglio delle azioni di governo e viene aggiornato man mano.
Quali sono i punti di forza secondo l’Amministrazione? 1.230.000 euro per la manutenzione degli edifici scolastici, «con ulteriori risorse che saranno aggiunte nel prossimo mese di maggio»; 980 mila euro per gli interventi sulla Rocca attraverso l’utilizzo dell’Art Bonus; 1.120.000 euro per il chiostro di San Domenico; 200 mila euro per il sottopasso ferroviario su via Ortignola; 172 mila euro per la messa in sicurezza di viale D’Agostino; 1.850.000 per la manutenzione delle strade comunali; 520 mila euro per la riqualificazione degli alloggi Erp; 240 mila euro per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Poi c’è il famoso aumento dell’Irpef la cui aliquota salirà dal 0,65% al tetto massimo dello 0,80%. L’incremento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche è stato definito necessario «per l’equilibrio di bilancio», porterà circa 8 milioni e 613 mila euro, quasi un milione e mezzo in più rispetto al 2018. Da notare che su questo punto i sindacati Cgil, Cisl e Uil sono riusciti, sul filo di lana, a convincere la Giunta Sangiorgi a tenere come punto di riferimento per l’esenzione il valore dell’Isee, abbandonando l’ipotesi annunciata inizialmente di esentare semplicemente dal pagamento tutti i redditi fino a 10 mila euro. Un punto sostanziale: «L’Isee – avevano motivato Cgil, Cisl e Uil – è un parametro più equo, perché serve a calcolare la situazione economica generale del cittadino. Un reddito basso, infatti, non esclude che la persona possa avere beni immobili o conti in banca per migliaia di euro». Ora, come gli anni scorsi, saranno esenti i redditi fino a 8 mila euro, mentre avranno diritto al rimborso della quota versata i redditi Isee fino a 14.500 euro (gli anni passati fino a 14.000 euro). Per questi rimborsi viene istituito un fondo di 100 mila euro e, come sempre, per ottenerlo occorrerà fare domanda tramite il bando che si aprirà a fine settembre con scadenza ai primi di novembre.
Ma il vero colpo di scena è stata la lettera del collegio dei revisori del Comune, distribuita direttamente ai consiglieri in aula. Nel documento, si rammenta alla Giunta Sangiorgi che per far quadrare il bilancio sono stati inseriti quasi 6 milioni e 480 mila euro per ciascun anno dal 2019 al 2021 provenienti da utili attesi dal ConAmi, quando mancano ancora il piano triennale delle attività e l’approvazione del consuntivo del Consorzio. In sostanza, il bilancio risulta costruito su voci, al momento, troppo incerte. Da qui l’«invito» pressante dei revisori, organo tecnico previsto dalla legge, «a destinare l’avanzo di amministrazione non vincolato prioritariamente alla salvaguardia degli equilibri di bilancio». Una cifra che corrisponde all’incirca proprio a 7 milioni. Quindi, se non cambieranno le cose, le spese correnti del Comune si reggeranno sul “tesoretto” lasciato dalla precedente Amministrazione Manca. La stessa sindaca Manuela Sangiorgi ha ammesso che «le entrate vengono da ConAmi e sanzioni» assicurando che «i documenti richiesti (dai revisori) arriveranno». Una promessa difficile da mantenere considerando che, al momento, il Cda è quello nominato dalla sola Sangiorgi che sta operando sugli atti urgenti e inderogabili (ed è in attesa di cosa dirà il Tar il 10 aprile sul ricorso avviato dagli altri 21 Comuni soci).
Tutto questo ha ovviamente aperto il fianco ad aspre critiche delle opposizioni, soprattutto considerando anche l’altra voce, assolutamente imprevedibile e poco piacevole, delle entrate per le multe: passate da 1,5 milioni del 2018 ad un’ipotesi di 3,5 milioni per il 2019.
Opposizioni che, seppur ognuna con i propri distinguo, alla fine hanno bocciato tutte il primo bilancio della Giunta Sangiorgi. Il leghista Simone Carapia ha detto: «Non può essere considerato un bilancio del cambiamento che ci aspettiamo già dal prossimo anno, non ci sono più scuse». Per quanto riguarda il Pd, il capogruppo Roberto Visani, commenta: «L’aumento dell’Irpef all’aliquota massima, una “scorciatoia” che saranno i cittadini a pagare. Un altro aspetto è la sovrastima delle entrate su due grandi voci: le sanzioni da Codice della strada, che passeranno dai 2,1 milioni del 2018 a 3,5 milioni, con un aumento di oltre il 65 per cento. E le entrate derivanti dagli utili delle società partecipate. Una stima basata sul loro andamento storico, anche se nel 2018 la chiusura della discarica ha portato a una perdita di introiti. Una sovrastima che ha portato anche a una tirata d’orecchi abbastanza significativa da parte dei revisori dei conti per il margine di aleatorietà racchiuso in questo bilancio. Senza contare che il Conami è ancora paralizzato, dato che sulla nomina del Cda pende il giudizio del tribunale amministrativo. Gli investimenti sono ridotti al lumicino. Di nuovo non c’è niente – ha puntualizzato -, a parte i lavori pubblici realizzati con l’avanzo di bilancio messo da parte dalle amministrazioni precedenti, un “tesoretto” di quasi 8 milioni di euro, che non è del Pd, ma degli imolesi. E a parte i lavori con risorse sovracomunali». Stessi toni o quasi da Carmela Cappello di Imola guarda avanti: «E’ un bilancio che mette le mani in tasca ai cittadini, aumentando le tasse, ma non incrementa i servizi alla comunità né prevede opere pubbliche importanti, se non quelle che devono essere finanziate dallo Stato, dalla Regione o dalla Città Metropolitana. Non un euro del Comune. Non abbiamo sentito un solo obiettivo concreto, un solo impegno per lo sviluppo della città.» (l.a. lo.mi.)