Il 4 aprile al cinema Centrale di Imola proiezione del film dedicato a Gregoria Giorgi di Casetta di Tiara
Gregoria Giorgi è una ragazza di 15 anni come molte altre, ad eccezione del fatto che è l’unica giovanissima, nonché l’ultima nata, nel piccolo borgo di Casetta di Tiara. Incuriosito dalla sua storia, il regista toscano Francesco Fei l’ha scelta per girare un film-documentario intitolato “La Regina di Casetta”, che verrà proiettato anche a Imola la sera del 4 aprile. Riavvolgiamo però il nastro per capire meglio tutta la storia e partiamo dall’inizio.
Casetta di Tiara è una località dell’Appennino tosco-emiliano in comune di Palazzuolo sul Senio. Sorge nel territorio vicino al corso del rio Rovigo, uno degli affluenti principali del Santerno. Si tratta di un luogo frequentato anche da diversi imolesi per via delle passeggiate che si concludono arrivando alla splendida cascata del torrente. Dove finisce la strada asfaltata si sale fino al borgo, un conglomerato di case raccolte attorno alla chiesa. È uno di quei piccoli nuclei abitati che punteggiano l’Italia quando la si osserva dall’alto e che sono parte fondamentale della sua storia, ma oramai sempre più spopolati a causa dello spostamento dell’uomo verso la città, quella che oggigiorno è definita «civiltà».
A Casetta di Tiara sono solo undici gli abitanti rimasti, di cui Gregoria è la più giovane. «Sono innamoratissima del luogo in cui vivo, Casetta è per me un posto importante, un luogo magico dove tutti possono tornare bambini. Ho sempre vissuto qui e mi trovo bene» racconta la ragazza. Abitando lontano dalla città, la giovane si è presto dovuta rendere indipendente, così sin dall’età di 14 anni ha preso il patentino per poter guidare l’Ape, il suo amico fidato per raggiungere la vicina città di Firenzuola. «La mia giornata tipo inizia intorno alle 6, poi con l’Ape scendo fino a Firenzuola, dove monto su un autobus che mi porta a scuola» spiega Gregoria. Le tempistiche sono lente, dal momento che per arrivare nella vicina città la ragazza impiega circa venti minuti, mentre viaggia con il bus per un’ora e un quarto prima di raggiungere Borgo San Lorenzo, il capoluogo mugellano dove è situato l’istituto professionale alberghiero «Chino Chini» che frequenta.«Sono al secondo anno e il prossimo dovrò scegliere il percorso da seguire. Tra sala e cucina preferisco la seconda, una passione che coltivo da sempre, anche perché i miei genitori gestiscono un ristorante. Mamma e papà poi mi hanno sostenuta quando ero indecisa tra istituto agrario ed alberghiero, rendendosi disponibili a farmi cambiare scuola qualora mi fossi resa conto di non aver compiuto la scelta giusta, un elemento non scontato, e ritengo importante avere il loro appoggio».
Al momento della scelta della scuola superiore Gregoria ha dovuto affrontare un bivio, decidere tra l’alberghiero di Riolo Terme o quello di Borgo San Lorenzo. Alla fine la scelta è ricaduta sulla seconda città, in quanto andare a Riolo significava più tempo in bus e un cambio di linea ad ogni tragitto. «Il percorso è lungo ed è normale che un po’ mi pesi, ma noi che viviamo qui siamo abituati» spiega la giovane. Negli ultimi anni, da metà novembre, dopo il periodo dei marroni fino alla fine di aprile, la famiglia si trasferisce in una casa sulla strada statale perché Gregoria sia più vicina alla scuola. Nel weekend però i tre tornano a Casetta, dal momento che lì si trova il ristorante «Da Sonia» che Leonardo e Sonia, i suoi genitori, gestiscono principalmente nel fine settimana, come racconta la ragazza: «Il locale è aperto in inverno su prenotazione, ma i giorni in cui è più frequentato sono il sabato e la domenica, mentre d’estate è aperto tutta la settimana tranne il mercoledì, dal momento che molta gente viene a Casetta anche per fare passeggiate o per rilassarsi al fiume. Sia mamma che papà lavorano anche nel castagneto, benché l’attività principale rimanga il ristorante».
Quando la ragazza aveva 10 anni il regista Francesco Fei venne a conoscenza di quel piccolo borgo in cui vissero il poeta Dino Campana, di cui ritroviamo alcune poesie nel film, e Sibilla Aleramo, che fu sua compagna. Così Fei si è recato a Casetta e, incontrando Gregoria che portava il pane in tavola al ristorante e chiacchierava con i clienti, le chiese «Tu qui vivi bene?», domanda alla quale la bambina rispose con un fermo «sì». Il paese ha accolto poi quella piacevole sorpresa. «Girare il docufilm è stato un impegno, in quanto ogni mese vi era una settimana o più di riprese, però sono contenta della responsabilità che ha portato con sé quest’esperienza. Il regista inoltre non mi ha mai obbligata a recitare particolari battute, tutto ciò che lo spettatore sente è spontaneo, parte da me» spiega la giovane.
Inizialmente respinto, il progetto venne ripresentato nel 2016, ottenendo l’appoggio economico necessario, principalmente da «Larione 10», «Rai Cinema» e «Toscana Film Commission» per iniziare le riprese, durate da settembre 2016 a settembre 2017. Il prodotto finale è una pellicola della durata di 79 minuti, adatta ad ogni età. Il film-documentario è stato lanciato nel 2018 in anteprima alla 59ª edizione del «Festival dei Popoli» di Firenze dove ha vinto il premio come miglior film italiano «Premio Cinemaitaliano. Info-CG Entertainment». In seguito è uscito ufficialmente a inizio gennaio in due sale cine-matografiche a Firenzuola e poi Firenze, mentre il 4 aprile alle ore 20.30 sarà proiettato per la prima volta a Imola alla sala Bcc in via Emilia 212, gentilmente concessa dalla banca, e l’ingresso sarà gratuito fino all’esaurimento dei 150 posti. All’evento saranno presenti Gregoria, il papà Leonardo, la mamma Sonia e il produttore Alessandro Salaorni. (se.zu.)
Il servizio completo è pubblicato su «sabato sera» del 28 marzo
Nella foto Gregoria Giorgi a bordo della sua Ape