Una legge regionale a difesa delle api e degli insetti impollinatori, tutte le novità
L’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ha approvato nuove norme per lo sviluppo, l’esercizio e la tutela dell’apicoltura. «La nuova legge nasce per dare risposte efficaci alle problematiche del settore, introducendo al contempo regole di tutela dell’ambiente» spiega con soddisfazione la consigliera regionale Pd Francesca Marchetti. Le api, attraverso l’impollinazione, svolgono una funzione insostituibile per il mantenimento della biodiversità vegetale e sono vere e proprie sentinelle ambientali. Ma l’apicoltura è anche una importante fonte di lavoro e reddito, con l’Emilia Romagna che si colloca al terzo posto, dopo Piemonte e Lombardia con circa 3.900 produttori, dei quali più di un terzo esercitano l’apicoltura in modo professionale, e quasi 140 mila alveari.
Tra le principali novità introdotte dalla nuova legge vi è la difesa del patrimonio genetico dell’ape italiana o ape ligustica, sottospecie dell’ape mellifera esportata in tutto il mondo per le sue caratteristiche di docilità, alta produttività e maggior resistenza alle malattie. Per l’ape italiana la purezza genetica naturale rischia di essere irrimediabilmente compromessa dalle pratiche di ibridazione. La nuova legge regionale vieta l’introduzione in Emilia Romagna di api diverse dalla sottospecie ligustica, così come non si potranno svolgere attività di selezione e moltiplicazione di api regine e di materiale apistico vivo di sottospecie diverse. Di grande importanza anche il rafforzamento delle misure di difesa igienico-sanitaria per proteggere sia gli alveari dal rischio di diffusione di malattie che le api e gli altri insetti pronubi (che contribuiscono all’impollinazione) dai danni causati dall’uso improprio o eccessivo dei prodotti chimici in agricoltura.
Nei periodi di fioritura saranno vietati i trattamenti con prodotti fitosanitari con attività insetticida o acaricida oppure che riportano in etichetta l’indicazione della pericolosità per la salute di api e altri insetti. La nuova legge, inoltre, dà la possibilità alla Giunta regionale, in accordo con le associazioni di produttori del Tavolo regionale apistico, di individuare delle «zone di rispetto» all’interno di aree di rilevante interesse apistico e agroalimentare in cui vietare i trattamenti. Ridefinite anche le attività di vigilanza e controllo, compreso l’apparato sanzionatorio. (r.cr)
Nelle foto la consigliera regionale Francesca Marchetti e degli alveari