Peste americana in un alveare di api a Imola, ordinanza per l’abbattimento
Il servizio veterinario dell’Azienda usl di Imola ha segnalato la presenza di un focolaio di peste americana in un apiario in via Montecatone. La patologia è stata confermata dalle analisi dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna – sezione di Bologna. Il Comune, quindi, ovvero la sindaca Manuela Sangiorgi, come prevedono le norme, ha disposto un’ordinanza urgente che intima l’abbattimento delle api.
Si tratta solo di una delle disposizioni di polizia veterinaria previste con lo scopo di impedire il diffondersi della malattia. Il proprietario degli alveari, infatti, oltre ad eliminare la famiglia infetta, dovrà anche distruggere tutto il materiale contaminato (api, favi, miele e arnie). Inoltre, non potrà rimuovere, vendere o occultare neppure cera, arnie, attrezzi e materiale dell’apiario infetto, né rinnovare o immettere nuove famiglie nell’apiario prima che i relativi impianti siano stati disinfettati. Il tutto seguendo le modalità previste dalle norme e sotto la vigilanza del servizio veterinario dell’Ausl ed della polizia metropolitana (ex polizia provinciale), ognuno per le proprie competenze.
Infine, è vietata l’introduzione di api nel raggio di almeno 3 chilometri dall’alveare infetto, a meno che non siano scortate da un attestato sanitario, rilasciato dal veterinario competente per territorio, comprovante che le api stesse provengono da apiari sottoposti con esito favorevole ad un controllo diagnostico nei confronti della peste americana delle api.
Foto d”archivio
Prima di tutto mi preoccuperei che le api non escano da quel territorio, invece si parla di non farle entrare e non ne capisco il motivo. Una volta , se non ricordo male si monitoravano tutti gli alveari nel raggio di 3 km dall’alveare contaminato, ora non mi pare che l’ordinanza dica questo, mi pare un’ordinanza maccheronica e fatta male. Io credo che la sindaca in oggetto, anche se responsabile sanitaria di quel comune, sappia poco di diffusione delle malattie infettive degli animali. A me personalmente, anche se non per lo stesso motivo, il mio sindaco emetteva una ordinanza, ma mi ha pagato anche 86.000 euro.
Ritengo che non bisogna allarmare coloro che non sono addetti ai lavori e che non conoscono questo tipo di malattie comune nelle api.
Bisogna spiegare, perché una notizia presentata in una certa maniera può avere un influenza molto negativa sul commercio dei prodotti Dell alveare a danno di tutti gli apicoltori.