Lo scultore imolese Giovanni Bellettini in mostra a Matera, Capitale della cultura 2019
Quando Matera chiama, Bellettini risponde. Da oggi, 16 marzo, fino al 31, lo scultore Giovanni Bellettini esporrà alla Arti Visive Gallery di Matera, con una personale dal titolo Dialogo con l’Assoluto, all’interno del programma ufficiale di Matera 2019. La personale nasce nell’ambito della collaborazione in campo culturale fra i Comuni di Modena e Fanano, in cui l’artista è nato, e l’associazione Urban Store Sculpture Park di Fanano con Matera, Capitale europea della cultura 2019. Sempre in questo contesto, domenica 17 marzo Bellettini donerà alla città di Matera una scultura alta quattro metri, in acciaio inox, appositamente realizzata, che sarà posta in via Dante Alighieri.
«Per me è una grande soddisfazione sia per il contesto in cui avviene la mostra sia perché mi hanno cercato direttamente i promotori. Vuol dire che qualcuno si è ricordato del mio lavoro» commenta. Saranno una quarantina le opere esposte a Matera: una ventina quelle in marmo, sette o otto quelle in legno, altrettante in acciaio e due in vetro, selezionate anche in base alle esigenze di trasporto. «Ci sono sculture troppo grandi per essere spedite ed altre troppo fragili, come alcune in vetro» spiega lo scultore, attivo da decenni sulla scena nazionale.
Imolese d’adozione, Bellettini ha, fra l’altro, insegnato a intere generazioni disegno e storia dell’arte al liceo scientifico Luigi Valeriani. La mostra personale a Matera ripercorre gli ultimi venticinque anni di attività e proprio per questa estensione temporale e per l’ampiezza delle soluzioni artistiche proposte è molto significativa, quasi un compendio espositivo della sua attività artistica, che bene si abbina, per completezza, alla bellissima mostra allestita nel 2016 al Museo diocesano di Imola, a cura di Marco Violi.
Ma Bellettini non è artista che si ferma sugli allori. Nel suo laboratorio in centro ad Imola, a pochi passi dalla Rocca sforzesca, continua tuttora freneticamente a lavorare, disegnare, scolpire come se fosse nell’antro di Vulcano. Nel suo atelier non c’è fuoco di brace, ma il calore delle idee è lo stesso. Prometeo contemporaneo, homo faber nell’arte, spiega: «La cosa importante è lavorare con dignità, non fermarsi mai, avere idee e voglia di concretizzarle. Le opere nascono prima di tutto per me, per un mio bisogno di esprimermi. Poi se qualcuno si accorge del loro valore, se ho opere che mi soddisfano, allora si può pensare anche ad esporre, ma non sono malato di mostre». Il suo cammino è iniziato con un segno su carta che presagiva già la forma scultorea. Poi, come naturale evoluzione, è arrivata la scultura, declinata in differenti materiali che delineano un percorso mirato a ricercare leggerezza, a togliere peso alla materia, ad evidenziare la necessità del vuoto, fino ad arrivare alla luce, per dialogare con l’assoluto. Passando, nel corso dei decenni, dal legno al marmo, per approdare all’acciaio inox, al bronzo e infine al vetro. «Il vetro ti dà potenzialità uniche di “entrare dentro l’oggetto” e sbirciare le varie angolazioni a seconda di come è orientata l’opera, per questo mi incuriosisce e mi appassiona molto», aggiunge Bellettini, che al momento ha già una decina di progetti di sculture in vetro, pronti per essere realizzati.
Nella foto (di Isolapress) Giovanni Bellettini