Buona Settimana di Marco Raccagna: “Imola declina, ma la città assiste in silenzio”
La sindaca Manuela Sangiorgi e il Movimento5Stelle governano Imola da quasi nove mesi, strizzando nemmeno troppo nascostamente l’occhio alla Lega, avendo nominato assessore alla sicurezza Andrea Longhi, un sindacalista-poliziotto che ha già individuato nel controllo delle targhe straniere e dei bus scolastici i maggiori problemi imolesi. Eh…? Questo mentre la Lega imolese impersonata da Daniele Marchetti e Simone Carapia litiga, dando evidenti segni di confusione sull’essere o meno all’opposizione o in maggioranza.
Questo, soprattutto, mentre Imola sta nemmeno troppo lentamente declassandosi a causa della fragilità progettuale e politica, delle indecisioni e dell’immobilismo della Giunta e della maggioranza. Insomma, il ruolo di Imola nel circondario, nella regione, in Italia e, perché no, nel mondo, è ogni settimana più debole. Non si tratta di una questione di orgoglio cittadino ferito. Si tratta al contrario di un progressivo isolamento e di una crescente marginalità che fanno male alla nostra comunità, alla sua economia, ai servizi territoriali e che quindi incidono sulla qualità della vita di tutti.
Partiamo dal Consorzio Ami, le cui quote sono per il 68% di Imola. E’ un fiore all’occhiello di cui tutti dovremmo andar fieri, perché è patrimonio di tutti appunto e serve allo sviluppo del territorio. I 5Stelle e la Sangiorgi stanno di fatto disintegrandolo e bloccandolo, semplicemente perché per loro è «terra di conquista»e non strumento strategico per il governo del bene comune. Poi l’autodromo Ferrari, altra pietra preziosa imolese, che per il governo locale del cambiamento (in peggio?) è solo un problema da risolvere e non una opportunità enorme. Poi l’Imolese calcio, il rugby e la questione stadio, sulla quale a brillare, al di là dei contenuti, sono gli atteggiamenti ondivaghi della Giunta.
L’urbanistica e gli investimenti sono al palo, fermi, non pervenuti, a partire dallo stop alla bretella e da un Poc che non si sa che fine abbia fatto. Il sistema dei servizi alla persona e scolastici funzionano ancora grazie alle capacità di chi vi lavora, perché su cosa pensa l’assessora Resta sui servizi 0-6 anni e sul sistema scolastico locale nessuno sa nulla, salvo averla notata nel 2018, in una evidente iniziativa densa di contenuti e strategica, insieme ad alcuni consiglieri pentastellati, a spostare mobili alle Carducci.
Per fortuna però – qualcuno potrebbe obiettare – c’è una coesione in Giunta non da poco… E invece nemmeno quella, perché dopo poche settimane si sono dimessi prima Ezio Roi e poi Ina Dhimgjini. Beh, però c’è Claudio Frati al Bilancio che si è fatto notare prima per aver sostenuto che se mancano i soldi basta far stampare più banconote alla Zecca di Stato e poi per aver aumentato l’addizionale Irpef comunale al suo massimo. Frati è così potente nei 5Stelle che ora diverrà anche assessore alla Sanità, dove probabilmente sosterrà che per combattere le file al pronto soccorso e per gli esami basterà chiudere il primo e non fare più i secondi.
Ma non è finita perché pare arriverà anche Rosa Lucente, ex segretaria di un’Unione comunale nel modenese e grande appassionata di Imola, immagino. Infine la leader, la sindaca Manuela Sangiorgi, che si presenta alle interviste con gli organi di informazione con i consulenti-suggeritori. E la città? Silente, nei suoi maggiori punti di riferimento. Il mondo dell’imprenditoria? Le forze sociali? Il mondo delle associazioni e della cultura? Eccetera eccetera. Non è forse giunto il momento di esprimere per lo meno una preoccupazione, se reale? Pubblicamente e non nelle segrete stanze. Le elezioni di giugno 2018 ci hanno consegnato una maggioranza e un’opposizione, entrambe legittime. Ma la città ha il dovere e il diritto di far sentire la propria voce, prima che tutto vada giù per il lavandino. O no? Buona settimana.