L’ex kartodromo di Ponticelli diventerà un campo per il softair
Il tiro tattico softair, disciplina sportiva riconosciuta dal Coni e basata sulla simulazione di azioni tattico-militari, sta per sbarcare nell’area dell’ex kartodromo di via Sbago nella frazione imolese. Niente più kart, quindi, nemmeno elettrici come auspicavano a suo tempo i 5Stelle. Tutto ha avuto inizio due anni fa, quando il Comune ha dato mandato ad Area Blu di affidare l’impianto di via Sbago, chiuso dal 2013, a chi potesse garantirvi un’attività sportiva che non producesse inquinamento acustico. Ad aggiudicarselo i Cavalieri dell’Apocalisse, associazione con sede proprio nella piccola frazione imolese. «Da quanto ho appurato tramite la Figt (Federazione italiana giochi tattici) saremo la prima realtà in Italia che svolgerà questo tipo di attività su un terreno in concessione comunale. Di solito, infatti, le aree sono private e non aperte al pubblico», spiega il presidente Paolo Obici. L’associazione, attiva dal 2004, conta oggi 40 associati. «E’ nata – racconta Obici – grazie alla passione di mio padre e della mia famiglia per la natura e per lo sport all’aria aperta, oltre che per la caccia. Mi sento anche un pioniere del tiro dinamico con carabina softair, ovvero ad aria compressa, un’attività svolta in movimento lungo un percorso dove si cerca di colpire bersagli posti in varie posizioni». In Italia gli eventi di softair richiamano centinaia ed a volte migliaia di partecipanti. «A giugno organizzeremo un evento chiamato Balcanic Gang Bang III e contiamo di raggiungere circa duecento operatori», anticipa il presidente dei Cavalieri dell’Apocalisse. In pratica si tratta di simulare azioni militari. Guai però a chiamarla guerra perché «si parla di combattimento tattico simulato, con un regolamento da rispettare, che si sviluppa prevalentemente in ambienti boschivi. Per questo è necessario avvisare le forze dell’ordine, oltre a possedere l’autorizzazione del proprietario del campo», tiene a sottolineare Obici.
Il termine softair deriva dalla lingua inglese, traducibile in italiano come «aria compressa» o, letteralmente, «aria soffice». Le armi utilizzate, chiamate air soft gun, possono variare per modelli e costi e vanno dalle semplici pistole ai più sofisticati fucili. I proiettili sono pallini di 6 millimetri di diametro in plastica biodegradabile, che per legge devono essere sparati con una potenza inferiore ad un joule. «Non sono assolutamente inquinanti – tiene a precisare Obici – e se un giocatore viene colpito non sente più di un pizzico». L’equipaggiamento base dei softgunners, come vengono chiamati gli operatori, può costare dai 100 ai 150 euro. «Occhiali o maschera protettiva per gli occhi però sono obbligatori». Una partita, a seconda dell’evento, può durare da qualche ora fino ad un giorno interno, notte compresa. «Noi siamo impegnati tutto l’anno ed in ogni condizione atmosferica. La resistenza fisica quindi è importante e per questo pratichiamo anche la corsa in montagna». I Cavalieri dell’Apocalisse hanno intenzione di creare nell’area dell’ex kartodromo un punto di allenamento per gli associati o per chi voglia semplicemente avvicinarsi a questa disciplina. «L’idea ci è venuta vedendo il grande interesse dei ragazzi tra i 13 e i 17 anni, che così potranno far parte del settore juniores e collaborare con gli atleti più esperti. Tesserarsi per un solo giorno, invece, potrà costare circa 15-20 euro. Ma il nostro target di pubblico è diverso dal paintball, pratica più commerciale che non consente di immergersi completamente nella natura». Il costo del progetto presentato dall’associazione si aggira sui 15 mila euro, ma potrebbe subire variazioni in corso d’opera. «Inizieremo presto a bonificare l’area, diventata una discarica».
Su tutto il perimetro dell’area, misurabile in 100 metri per 80, verrà installata anzitutto una recinzione alta tre metri, dotata di una rete idonea per schermare la vista dall’esterno e non permettere ai pallini di uscire dal campo. Inoltre saranno posizionate delle piccole tribune per gli spettatori, oltre ad un’area spogliatoio. Non mancheranno i servizi igienici e la possibilità di noleggiare il materiale di protezione. All’interno del campo ci saranno paratie in legno, casette mobili, rotoballe, bidoni di latta e altri oggetti scenografici come mortai e lanciamissili. «Il campo sarà di tipo urbano, cioè simile ad un villaggio, e multifunzionale. Cambiando, infatti, un po’ gli scenari potranno essere sviluppate varie tipologie di gioco e chi conosce il videogioco Call of Duty sa di cosa parlo. Non mancherà però l’area dedicata al tiro dinamico». Il tutto dovrebbe essere pronto tra circa un anno. Parola di «ponga», all’anagrafe Paolo Obici. «E’ il mio nickname di battaglia, tutti ne abbiamo uno. Perché mi chiamano così? E’ una storia lunga e non basterebbe una pagina per raccontarla». (d.b.)