Il fugace matrimonio tra Imola e Vicenza nel volley. Mutterle: «Il nostro esilio al pala Ruggi, quando il calcio non contava»
Se ormai dodici anni fa, quando vivevo dalle parti dal PalaRuggi in qualità di addetto stampa della Minetti Vicenza (società di serie A1 di volley donne che si temporaneamente trasferita a Imola in attesa di risolvere qualche bega nella città di appartenenza), mi avessero chiesto di presentare Vicenza – Imolese, avrei chiesto subito di quale sport parlavamo. Sul serio, e certo non per snobismo: all’epoca le avversarie dei biancorossi di mister Gregucci si chiamavano Bologna, Bari, Frosinone, o, per restare in Romagna, Cesena e Ravenna. Quelle dei rossoblu avevano nomi per me esotici come Copparese, Alfonsine, Del Conca, e, la mia preferita, Low Ponte.
Peraltro, che ci fossero dei rossoblu che giocavano al Romeo Galli (forse l’unico stadio al mondo dentro un autodromo) lo scoprii verso la fine della mia permanenza in riva al Santerno, perché dalle frequentazioni locali percepivo che all’epoca il calcio fosse piuttosto indietro nella classifica delle passioni imolesi, preceduto da altre discipline come pallacanestro, pallavolo, pallamano, motori, ciclismo, nuoto, beccaccino, oltre che da quello che per i miei amici imolesi era il principe di tutti gli sport: il Fantacalcio. Ma in dodici anni le cose cambiano, non sempre in peggio. Lasciamo stare Vicenza, che ha perso la serie B (pazienza), ma anche una Fiera (finita ai riminesi, toh) e quasi due banche. Della Minetti, che poi è il filo sportivo che per alcuni mesi ha unito Vicenza e Imola sottorete, oggi si ricorda solo Nicole. Lasciamo stare anche il Veneto, l’Emilia Romagna e l’Italia: almeno l’Imolese Calcio oggi mi sembra molto più in salute di un decennio fa, tanto che domenica si presenterà al mitico Romeo Menti con il rispetto che si deve a un monumento del calcio e a una piazza di grandi tradizioni, ma – ahinoi – anche in condizioni di morale e di classifica decisamente migliori di quelle della (ex) Nobile Provinciale, ora più che altro spiantata, nonostante l’arrivo del rampante Mr. Diesel Renzo Rosso l’anno scorso abbia riacceso gli entusiasmi.
Chissà se il bel campionato disputato finora da Valentini e compagni ha fatto innamorare gli imolesi del loro undici. Sarebbe bello (ri)vedervi in tanti domenica al Menti (dove io andrò in veste di giornalista), ognuno a tifare per la sua squadra e poi a bere un bicchiere insieme, magari di prosecco. A un chilometro dallo stadio palazzo Chiericati ospita anche una mostra interessante: «Il Trionfo del colore. Da Tiepolo a Canaletto e Guardi», che offre alcuni capolavori del Settecento veneto di solito conservati al museo Pushkin di Mosca. Quanto alla gastronomia, non sono così stolto da dispensare consigli di cucina a un romagnolo. Lì vincete voi facile (ora che ci penso, lasciateci almeno il calcio…). Nel caso però siate curiosi di provare il baccalà alla vicentina, prestate attenzione alle chiusure domenicali; per non allontanarsi dal centro il posto giusto può essere il Bistro Sòtobòtega della gastronomia Il Ceppo, in corso Palladio. Prenotazione consigliata… (Paolo Mutterle)
Nella foto: la Minetti Vicenza in campo al palaRuggi