ConAmi, i sindaci ricorrono al Tar, ma Sangiorgi dà il via al Cda. Forte: “Prese le decisioni per evitare danni erariali”
Questa settimana sarà depositato il ricorso al Tar per chiedere l’annullamento dell’atto di nomina unilaterale del Consiglio di amministrazione del ConAmi compiuto dalla sindaca di Imola, Manuela Sangiorgi, il 17 gennaio scorso. Dopo la diffida e qualche settimana di valutazione, la decisione di passare alle vie legali vere e proprie. «L’avvocato chiederà anche la sospensiva e su ogni altro atto connesso» precisa Onelio Rambaldi, sindaco di Medicina.
Ad appellarsi al Tribunale amministrativo dell’Emilia Romagna per 21 sindaci-soci del Consorzio Ami (Bagnara, Borgo Tossignano, Brisighella, Casalfiumanese, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Castel del Rio, Castel Guelfo di Bologna, Castel San Pietro, Conselice, Dozza, Faenza, Fontanelice, Marradi, Massa Lombarda, Medicina, Mordano, Palazzuolo, Riolo Terme, Sant’Agata sul Santerno e Solarolo; solo Firenzuola non ha aderito) sarà l’avvocato Luca Nanni, docente di diritto privato dell’Università di Genova, specializzato in diritto societario e degli appalti.
E’ solo l’ultimo atto, ad oggi, della querelle politica sfociata in vie legali per il governo del ConAmi, al quale fanno capo reti e impianti, di proprietà di 23 Comuni tra imolese, ravennate e provincia di Firenze, di gas, acqua, elettricità e la discarica di Imola, affidati per la gestione ad Hera Spa (nonché 108 milioni di azioni sempre di Hera Spa che producono da soli oltre 10 milioni di entrate ogni anno).
Dall’altro lato, Sangiorgi, è andata avanti con la firma del verbale che ha reso effettiva la nomina del Cda. E pazienza se anche il collegio dei revisori, arbitri previsti dalle norme, ha sottolineato le «criticità» e «non conformità» tali da far ritenere tanto da richiedere una nuova assemblea per sanare quanto fatto. Dubbi che hanno portato due su quattro dei nuovi consiglieri di amministrazione indicati, cioè Sara Cirone e il pur agguerrito e motivato Luciano Pirazzoli, a rinunciare all’incarico. Ma si va avanti con gli altri due, la presidente Stefania Forte e l’avvocato bolognese, già candidato 5Stelle, Giulio Cristofori. E poi ovviamente c’è Stefano Cassani, l’unico del precedente Cda a guida Stefano Manara a non aver dato le dimissioni in agosto scorso con gli altri.
Forte e Cristofori si sono già incontrati il 13 e il 20 febbraio e hanno «già preso le decisioni più urgenti, che potevano configurare un danno erariale» dice Forte. Quali? Prima di tutto aprire la famosa busta contenente l’offerta per il nuovo gestore del Museo Checco Costa (il ConAmi è concessionario dell’impianto per il Comune) e nominare la commissione per la valutazione tecnica. L’evento in memoria di Senna dell’1 maggio, per il quale sono già stati spesi oltre 70 mila euro per i filmati, è sempre più vicino. «ConAmi ha fatto degli investimenti che sarebbero stati vani, oltre al danno di immagine e il mancato ricavo» precisa la presidente del Cda. A candidarsi è stato un solo soggetto (un”associazione di imprese tra The Best Solution Group ed Ett).
Altra decisione presa dal Cda è il via libera alla convenzione per sbloccare i 900 mila euro della Regione per il Parco della Vena del gesso romagnola. «Non potevamo perdere un contributo» aggiunge la presidente Forte.
Il braccio di ferro iniziato alla fine della scorsa estate sulle nomine dell’organo di Governo ha posizionato sempre più Sangiorgi su un lato della barricata e tutti gli altri sindaci dall’altro. Bloccando investimenti e progetti (si parla di circa 52 milioni di investimenti fermi o bloccati secondo il piano triennale tuttora vigente, in particolare su acquedotti e impianti per l’implementazione delle fognature). Tutto in nome di una scelta politica rivendicata e infine imposta. A sostenerla il gruppo del M5s imolese: «Grande soddisfazione per l”insediamento del nuovo Cda del ConAmi».
Altri particolari sul “sabato sera” del 21 febbraio.
I sindaci nella sede del ConAmi in via Mentana a Imola