Buona Settimana di Marco Raccagna: “Piccoli fatti che danno speranza… Ma anche no”
«Voglio essere ancora capace di immaginare, un libro allarga gli orizzonti». Sono le parole di Luigi Esposito per spiegare la sua particolare iniziativa. Luigi è un fioraio del centro storico di Napoli e qualche settimana fa ha iniziato a regalare libri. In mezzo ai colori dei fiori e delle piante in vendita ha collocato cestini colmi di libri. E li dona ai passanti perché, eccezione nell’eccezione, non è necessario acquistare un mazzo di fiori per ricevere un libro. All’inizio non gli hanno quasi creduto e ancora oggi non è così semplice regalare un libro. La gente ha fretta, non ha tempo. O non vede, perché ha gli occhi perennemente fissi sullo smartphone. Ma Luigi insiste, e fa bene. La sua passione per le parole non la vuole tenere solo per sé e, senza obbligare alcuno a condividerla, la dona a chi è interessato. Un mazzo di fiori e libri, allora.
Richard è un 33enne nigeriano da tempo soggiornante nelle campagne di Gallipoli, in Puglia. Si arrangia come può, con lavori saltuari e spesso, per arrotondare, sta all’entrata del supermercato Sisal di Gallipoli a chiedere qualche moneta agli acquirenti in cambio di un aiuto a trasportare la spesa all’auto. Ed è dai vetri del Sisal che l’altro giorno ha visto un gallipolino rapinare le casse del supermercato e fuggire con 500 euro in tasca. Lo ha bloccato e fermato, in attesa della polizia. Oggi Richard è un dipendente del Sisal, assunto dal direttore di quell’esercizio commerciale.
«Voglio fare del male alla mia ex». Queste le parole drammatiche che pochi giorni fa hanno ascoltato increduli gli agenti della polizia di Forlì. Agenti ai quali il 32enne di Cesena in questione ha anche detto dove trovarlo. Agli agenti giunti sul posto ha raccontato di essersi recato a Forlì con un coltellino con l’intenzione di incontrare la sua ex lì residente e farle «qualcosa di brutto», in evidente crisi psicologica. Ora il ragazzo è ricoverato in ospedale, nel reparto psichiatrico. Parlerò del dramma del femminicidio nelle prossime settimane, ma questa notizia mi ha colpito, in modo vorrei dire iperbolico e soggettivo. Afferma però il dovere per ciascun uomo (di sesso maschile intendo, perché siamo noi il problema e non il genere umano) di non accettare mai la possibilità del compiere un atto di violenza su una donna, qualsiasi sia l’impulso malato e distorto che spinge a quell’atto efferato. Imponendoci anche la necessità di farci ogni giorno portatori per primi verso noi stessi, gli altri e lo Stato della impossibilità di accettare che una donna venga uccisa in Italia ogni 72 ore da mariti, compagni, fidanzati, ex, parenti o amici.
Si chiama «La scuola in mezzo al mare» ed è senza mura, corridoi e banchi e ora è anche un docufilm. E lei è Carolina Barnao, palermitana, madre di 4 figli, che ha scelto l’isola di Stromboli come terra e mare di adozione. A Stromboli c’è Iddu, il vulcano, e ora c’è anche questa scuola itinerante inventata da Carolina e da altri genitori, che cerca di dare un’alternativa ai ragazzi in età scolare dalle materne alle medie inferiori (una quarantina) nelle molte giornate in cui la scuola sarebbe chiusa, perché il clima e il mare la fanno da padrone alle Eolie e a Stromboli, soprattutto in inverno, interrompendo i collegamenti con la Sicilia. Studiano le ricette isolane, le stelle, la pesca e i muretti a secco, aiutati dagli adulti, per non dover abbandonare gli studi o trasferirsi nei mesi più freddi per poter frequentare la scuola.Sembra bellissimo, e probabilmente lo è davvero, anche se sicuramente costa fatica e i disagi saranno certamente molti, come potrà immaginare chi ha bazzicato o è passato per Stromboli e le Eolie. Tuttavia è un’esperienza piena di vita che, come altre nel nostro Paese, afferma l’amore per le proprie radici, per la propria cultura e la volontà di garantire il diritto all’istruzione. Vale per i molti luoghi impervi dello «stivale» e vale per chi vive all’ombra di Iddu.
Buona settimana