Vasche, spogliatoi e impianti rinnovati alle Terme di Castel San Pietro che riapriranno il 25 febbraio
Le terme castellane riapriranno il prossimo 25 febbraio (per le visite mediche già il 18), dopo la pausa invernale, ma soprattutto dopo la nuova ristrutturazione voluta da Anusca, l’Associazione nazionale ufficiali di stato civile e anagrafe che ha sede (oltre ad un hotel 4 stelle con tanto di spa) sull’altro lato di viale Terme e che da agosto 2017 possiede il pacchetto di maggioranza della società Terme di Castel San Pietro. Come già lo scorso inverno, quando era stato completamente rifatto il settore dedicato alle cure inalatorie con un investimento di un milione e mezzo di euro, anche quest’anno alla riapertura le terme castellane si ripresenteranno rinnovate.
Stavolta l’intervento ha riguardato l’ala delle vasche termali, un’area di 600 metri quadri dove trovano posto una piscina per la riabilitazione in acqua calda (a 34,5 gradi centigradi) e due percorsi vascolari a 27 e 31 gradi. Ed anche questa volta l’investimento finanziario da parte di Anusca è stato corposo: complessivamente un milione di euro. «Abbiamo risistemato le vasche e sostituito completamente le tubature e le ventole degli impianti con nuove soluzioni altamente tecnologiche realizzate in metalli speciali che non si corrodono in presenza delle acque termali, che fanno tanto bene alle persone quanto male alle strutture – spiega Stefano Iseppi, amministratore delegato della società Terme Spa, mostrandoci l’avanzamento dei lavori -. Inoltre abbiamo rifatto i pavimenti, gli spogliatoi maschile e femminile e le docce, dove ab-biamo inserito box singoli al posto delle precedenti docce comuni».
Dei lavori si sono occupate, sotto la direzione dell’architetto castellano Andrea Bertolini, le aziende imolesi Elio Zini per la parte edile e Protesa per gli impianti, le castellane Naldi per la parte elettrica e Zimo per gli infissi, e Pool Service di Toscanella per le piscine. Le terme castellane sono attive dal 1870, ma erano già note nel quattordicesimo secolo. E per l’attuale proprietà devono tornare ad essere «accoglienti, gradevoli e confortevoli come lo erano in passato», quando – ammette Iseppi – «andare alle terme era un’abitudine normale per la cura della salute». Nonostante a livello generale il settore termale sia ancora in flessione in quanto a numero di accessi, nel 2018 a Castello si è registrato un incremento degli arrivi per prevenzioni e cure del 2,8% rispetto all’anno precedente. «Sono in aumento soprattutto gli arrivi dal comprensorio imolese – commenta Iseppi – ed abbiamo registrato anche un lieve aumento dei casi assicurati Inail per infor-tuni sul lavoro». (mi.mo.)
L”articolo completo è disponibile su «sabato sera» del 14 febbraio
Nel rendering ecco come si presenterà la zona delle vasche termali alla riapertura