Ilaria Bianchi favorevole alla Champions del nuoto: «Più soldi per i campioni»
Viva la revolución! Una nuova era ha inizio, con quella che gli addetti ai lavori hanno già ribattezzato la «Champions League del nuoto». Sta infatti prendendo forma la Isl (International Swimming League), un nuovo circuito di gare (totalmente esterno alla Fina) lanciato dal magnate ucraino Konstantin Grigorishin e che gode già del pieno sostegno di atleti del calibro di Federica Pellegrini, Adam Peaty, Chad Le Clos, Katinka Hosszu e Sarah Sjöström. Il motivo è presto detto: guadagni superiori e una maggiore visibilità della disciplina. Dunque, rivoluzione: il nuovo circuito di gare sarà alternativo alla Fina, quindi non ci saranno sovrapposizioni. La neonata competizione si basa su una formula che vedrà coinvolte 12 squadre, corrispondenti a città europee e statunitensi, ma ogni team potrà avere al suo interno atleti di ogni nazionalità.
In ciascun appuntamento le squadre dovranno ottenere punti per la propria compagine e le migliori quattro del Vecchio Continente sfideranno le migliori rappresentative degli States nell’ultimo evento: le semifinali e finali dal 17 al 22 dicembre 2019, al Mandalay Bay Events Center di Las Vegas. «L’obiettivo di Grigorishin è rendere il nuoto più interessante di quanto non lo sia ora – spiega la castellana Ilaria Bianchi -. Gli atleti devono essere più indipendenti ed è giusto che i big guadagnino di più. Oggi la Fina paga 5.000 dollari un oro mondiale: una miseria se facciamo un confronto con sport più popolari, come il calcio. Inoltre, ogni atleta può avere al massimo uno sponsor per evento. In questo modo c’è una specie di dittatura e i migliori atleti del nostro sport hanno deciso di dire basta. Tutti crediamo che questo nuovo competitor obbligherà la Fina a modificare il proprio modo di fare: se la Isl ha montepremi più alti, perché partecipare agli eventi della Federazione Internazionale?».
Una situazione particolare.
«Direi abbastanza ridicola. Per fortuna la Federazione Italiana riconosce qualcosa a noi atleti; non siamo a livelli di uno sport professionistico, dobbiamo entrare nei gruppi sportivi militari per vivere, ma è pur sempre meglio di nulla. La Federazione greca, ad esempio, non dà un euro agli atleti: tutti lavorano».
La Fina non ha preso bene questa rivoluzione, giusto?
«Assolutamente no. All’inizio c’è stato uno scontro molto duro tra le parti, tanto che nel periodo natalizio la Fina ha fatto saltare un evento organizzato a Torino da Grigorishin, minacciando di squalifica gli atleti che vi avrebbero partecipato. Ora la situazione si è un po’ calmata, nel senso che la Federazione Internazionale ha dovuto alzare le mani: non squalificherà i suoi migliori atleti, si è resa conto di non poter competere a livello economico con questo magnate».
Sembra che tu sia del tutto favorevole a questo nuovo circuito.
«Sì, credo sia una bella ventata d’aria fresca per il nostro sport. Non so se porterà al professionismo a tutti gli effetti, ma è un passo importante. Purtroppo io non potrò godermi gli effetti per tanti anni, visto che sono nella seconda parte della carriera…». (an.cas.)
L”articolo completo su «sabato sera» del 7 febbraio.
Nella foto: Ilaria Bianchi