Marcello Flores D”Arcais il 5 febbraio alla Sala delle Stagioni per parlare della nuova destra europea
Anpi e Cidra, con la collaborazione dell’associazione culturale “Imprese e professioni”, organizzano la conferenza «La nuova destra europea: come capirla e come combatterla», che si terrà martedì 5 febbraio, alle ore 20.30, presso la sala delle Stagioni in via Emilia 25, a cura del professor Marcello Flores D’Arcais, docente di Storia comparata e Storia dei diritti umani nell’Università di Siena, dove dirige anche il Master europeo in Human Rights and Genocide Studies; fa parte del Comitato scientifico e del Comitato editoriale di «Storia della Shoah. La crisi dell’Europa, lo sterminio degli ebrei e la memoria del XX secolo» (Utet) di cui sono usciti sei volumi.
Marcello Flores D’Arcais affronta dunque questo tema di grande attualità e lo inquadra con queste parole: «La situazione politica internazionale si è caratterizzata, negli ultimi anni, dalla comparsa e poi dalla crescita di movimenti nazionalisti di tipo nuovo, caratterizzati principalmente dall’ossessiva difesa di una presunta identità nazionale coerente e da reiterate campagne contro gli immigrati (prima dai Paesi dell’Europa orientale, poi dell’Asia e dell’Africa) e particolarmente contro quelli di religione islamica, rivitalizzando fermenti razzisti che hanno anche riproposto un accentuato antisemitismo. Per quanto questi fenomeni – soprattutto il razzismo dichiarato – siano estremamente limitati, essi sono presenti all’interno o accanto i diversi movimenti di destra radicale che l’Europa ha visto crescere in questi anni.
Da questo punto di vista il percorso più significativo può essere considerato forse quello del Rassemblement National in Francia guidato da Marine Le Pen, che è stata capace di trasformare un movimento – quello guidato da suo padre – con forti e sicuri connotati razzisti, che si richiamavano al fascismo e al collaborazionismo di Vichy, in un movimento che ha ripudiato formalmente il razzismo ma ha fatto della battaglia per un’identità francese forte e unica e per il rifiuto della presenza di immigrati che indebolirebbero quella identità la propria ragione di esistere, ottenendo un lusinghiero successo.
Interrogarsi oggi sulle destre in Europa credo debba voler dire sostanzialmente due o tre cose tra loro diverse. La più importante è cercare di capire le ragioni di un successo che si può caratterizzare attorno al 20-35% in quasi tutti i paesi, dal momento che queste formazioni hanno attratto elettori e consensi che negli ultimi decenni erano invece andati a partiti della destra conservatrice ma ancora di orientamento liberale. La seconda è individuare il nuovo tipo di linguaggio, di propaganda, di politica «irrazionale» che viene sollecitata e portata avanti, che ha spesso contatti con alcune tipolo-gie propagandistiche e autoritarie di passati regimi totalitari.La terza è comprendere quanto le trasformazioni in atto nel mondo -quella che si chiama in modo sintetico la «globalizzazione» – hanno reso obsolete le risposte tradizionali, di tipo liberale, socialdemocratico, cristiano-sociale, che erano state date dal dopoguerra all’inizio di questo secolo e che non sembrano più capaci di offrire una prospettiva politica chiara; facilitando così le promesse illusorie e contraddittorie – oltre che spesso generiche e prive di reale senso – che le destre radicali propongono».
Nella foto a sinistra la manifestazione di Forza Nuova a Imola del dicembre 2016 e a destra la contromanifestazioni di partiti, movimenti e associazioni antifascisti