Buona Settimana di Marco Raccagna: “5Stelle, ovvero l”arroganza al potere”
Il Movimento ha 5 stelle. La prima è la promessa di rivincita del popolo contro i poteri costituiti e le classi dirigenti. Il vertice del Movimento, però, esercita un potere autoritario e pervasivo: controllo ferreo sulla libertà di espressione degli eletti 5Stelle, vademecum sulle cose da dire, attuazione di politiche che prevedono uno Stato ingerente e più burocrazia. La seconda stella è che siamo tutti vittime di qualcosa o di qualcuno: siamo vittime del capitalismo, dei laureati, di chi ha un lavoro che gli piace, dei complotti, degli antipatici, dei dottori, dei vaccini… Proprio tutti vittime? Non proprio tutti, perché poi c’è la categoria dei sospetti, a partire da chi a qualsiasi titolo abbia svolto un ruolo dirigente nella società. Da questa stella, tre al giorno a distanza di qualche ora uno dall’altro, nascono i capri espiatori. Con corollario la tesi dell’ex direttore di Repubblica, Ezio Mauro, secondo cui oramai viviamo in una società dove solo l’ignoranza pare essere garanzia di innocenza e onestà.
La terza stella è l’idiosincrasia verso euro e lo scambio libero di idee e merci. Dicono: l’euro e il mercato affamano gli italiani. Meglio le corporazioni, il protezionismo sulle merci, la lira, l’inflazione galoppante, i casellanti e i militari alle frontiere… E una regolazione di ciò che pubblicano gli organi di informazione, nazionali ed esteri. Poi, se ci mancassero i soldi, «che ce frega», ne faremo stampare di più alla Zecca, come sostenuto anche dall’assessore al Bilancio del Comune di Imola, Claudio Frati.La quarta stella è la trasformazione della democrazia, cancellando ogni delega. Si destabilizzano le istituzioni, le si irridono, per poi dare vita ad una oligarchia plebiscitaria che, naturalmente, scaturirebbe dalla volontà popolare attraverso la prima e la seconda stella. Questo perché solo così la democrazia è più forte, più vera, più «de’ noantri».
La quinta stella è la promessa che in futuro ci sarà una maggiore eguaglianza materiale tra i cittadini. I ricchi saranno meno ricchi e i poveri saranno meno poveri. Bello. Tradotto? Pochissimi miracolati discepoli dell’oligarchia a cui la vita è cambiata in meglio. Poi si fa una legge finanziaria che porta l’Italia in recessione… epperò solo tecnica, come dice la Banca d’Italia… epperò non ci avete fatto lavorare. Tanto, comunque vada, sarà sempre colpa di qualcun altro, in particolare del Pd e dell’Europa. Che, diciamoci la verità, ne hanno e molte di responsabilità, ma sembrano diventati il Malaussen (il protagonista-capro espiatorio di molti libri di Daniel Pennac) della politica italiana.
Le 5 stelle, messe una dietro l’altra, prendono un significato che risuona antico: occupazione del potere. Ad ogni costo, con chiunque e con qualsiasi alleato, come l’amico Salvini, un po’ di destra estrema ma pur sempre un bravo ragazzo dietro quello sguardo vitreo da pesce balestra. Perché poi a star solitarie le stelle a poco a poco si raffreddano e comunque cinque son troppo poche per riuscire ad occupare un’intera galassia. Potrei continuare sulla falsariga dell’ironia, ma non lo farò. Non lo farò perché a Imola, la città dove sono nato e vivo, sta accadendo qualcosa di grave. Evidentemente la luce delle 5 stelle mano a mano che ci si allontana dal centro della galassia diminuisce e di molto. Infatti, a Imola, la sindaca e la maggioranza pentastellata sono in gravissimo affanno. Anche perché nessuno si è preso la briga di consegnare alla Sangiorgi, ai suoi assessori e ai suoi consiglieri un vademecum delle cose da dire su qualsiasi argomento, come invece viene fatto per i parlamentari ogni settimana, come dimostrato da la Repubblica nei giorni scorsi.
E che si fa? Da un lato, nulla, bloccando l’intera città. Dall’altro si fa entrare in Giunta un poliziotto e però si perdono, mannaggia, due assessori e non si sa quanti consiglieri in sei mesi. Apperò… Basta così? Eh no! Perché ci si mette a litigare con tutti i sindaci del Consorzio Ami, bloccando di fatto l’operatività dell’ente, uno strumento importantissimo per garantire benessere agli imolesi e sviluppo al territorio, facendogli peraltro già ora perdere centinaia di migliaia di euro. E si stracciano non so quanti articoli del suo statuto, del Codice civile e del Testo unico degli Enti locali pur di nominare in modo autoritario da soli il suo presidente e un Consiglio di amministrazione di persone gradite. Insomma, si commettono così tante azioni scellerate, e con così tanta arroganza, che davvero questa volta il ricorso alla sola umana ed infantile giustificazione, «non è colpa mia ma sono gli altri che sono cattivi e rovinano tutto, sono gli altri che non lasciano fare chi ha vinto le elezioni».
Beh questa volta non regge. La lotta politica ed istituzionale farà il suo corso e il sabato sera la seguirà. Sorgono tuttavia alcune domande. Come mai la percezione in città, nei bar, al mercato, dal barbiere, è che si tratti di una disputa tutta partitica sulle poltrone e non uno scontro che riguarda la qualità della vita a Imola e dintorni? Qualcuno, l’opposizione in particolare, si è posto l’obiettivo di spiegare agli imolesi che in realtà sono in gioco le risorse per lo sviluppo e per i servizi e quindi per la qualità della vita delle persone? I 16 mila che hanno votato Sangiorgi al secondo turno lo hanno fatto proponendosi questi obiettivi? Sindacati, movimento cooperativo ed industriale, associazioni del commercio e dell’artigianato, imprenditori, liberi professionisti, mondo della cultura e della scuola, associazionismo vario, hanno qualcosa da dire? Buona settimana.
Compassionevole….
Grande Marco, continua così!