Caso ConAmi, la sindaca Sangiorgi nomina da sola il Cda. Gli altri sindaci: “Non c”è il numero legale. Voto non valido”
Martedì è arrivata nuovamente una lettera di «prima convocazione» per mercoledì di una riunione «d’urgenza» dei 23 sindaci soci del ConAmi, da parte della presidente Sangiorgi, alla quale non si è presentata (ed è mancato anche il numero legale). E ieri sera in «seconda convocazione» il blitz, come è stato definito dagli altri sindaci, per la nomina del Cda. La prassi ad avvalorare la teoria del ConAmi uguale ad una partecipata, ovvero a legittimare Imola a far da sé forte del suo 66% ignorando le regole dello statuto che tra pesi e contrappesi obbliga Imola a non decidere da sola e agli altri di non decidere senza Imola.
Ma cos’è successo ieri sera? Questa la sintesi. La sindaca di Imola Manuela Sangiorgi ad un capo del tavolo, accanto a lei il direttore Stefano Mosconi in veste di segretario verbalizzante, poi un’infilata di sedie vuote e all’altro capo del tavolo il sindaco di Castel del Rio Alberto Baldazzi, in audioconferenza quello di Sant’Agata Enea Emiliani. Imbarazzo e incredulità palpabile.
Sangiorgi legge la comunicazione da presidente: «In assenza di norma statutaria specifica che disciplini e risolva lo stallo attuale si procede come da parere acquisito ai sensi dell’art. 2369 del codice civile». E poi procede a nominare presidente del Cda, «proposta da Imola» Stefania Forte. Emiliani che dall’altro capo del telefono dice «per me l’assemblea non ha il numero legale, non è valida e quindi non partecipo al voto». Stessi toni per Baldazzi. Lo stesso Mosconi che dice: «Da statuto non è legalmente costituita la seduta ma il presidente è il sindaco di Imola e io mi limito a verbalizzare….».
Sangiorgi va avanti a leggere passando alla nomina del Cda: La «proposta di Imola è di sostituzione di 3 membri del Cda con Sara Cirone, Luciano Pirazzoli e Giulio Cristofori, che avrà naturale scadenza come da statuto per un Cda già in carica. Dichiaro quindi la sostituzione di 3 membri del Cda votata favorevolmente».Si ripetono le dichiarazioni di Castel del Rio e Sant’Agata che aggiunge «la invito a rispettare lo statuto del ConAmi anche per rispetto dei sindaci rappresentanti le tante comunità del Consorzio». Allibito anche Fausto Tinti di Castel San Pietro arrivato alle 18.22 (l’assemblea era fissata per le 18) «Non partecipo al voto ma non c’è numero legale…». Fine.
Tutto verbalizzato e soprattutto ripreso dalle telecamere di un blogger-giornalista locale, unico «invitato» dalla sindaca stessa per fare le riprese e rilanciarle in streaming sulla Pagina Facebook del blog stesso, dove è tuttora visibile (non su quella del Comune né sulla pagina ufficiale della sindaca). Forse Sangiorgi era stata punta sul vivo in uno dei temi cari del Movimento (lo streaming) dal sindaco di Dozza Luca Albertazzi durante l’assemblea di lunedì scorso.
Lunedì 14, infatti, l’assemblea dei 23 soci ConAmi si era vista bocciare per il niet di Imola (voto a favore di tutti gli altri), la seconda cinquina di nomi presentata invece secondo le regole statutarie. Un gioco a somma zero che aveva avuto il risultato di irritare irrimediabilmente tutti gli altri colleghi sindaci, a prescindere dal colore politico. E il civico Albertazzi, che si era fatto promotore della cinquina precedente che aveva al vertice proprio Sara Cirone (inserita poi nella quartina finale del Cda di Imola) aveva concluso deciso: «Dispiace quanto sta accadendo. E auspico che d’ora in avanti si facciano le riprese e lo streaming delle sedute del ConAmi in cui si parla del Cda perché è ora che i cittadini si rendano conto di cosa sta accadendo. Questo è un Consorzio non il Cda di una Spa né un Consiglio comunale, non c’entra la politica, ma occorre avere la capacità di tessere delle relazioni».
Con buona pace di chi sostiene che stia andando in onda l’estremo tentativo dei sindaci del Pd di costringere Imola (a guida 5Stelle) a scelte che non condivide. «Questo timore di guidare le cose e lo dico da civico – aveva aggiunto anche Baldazzi di Castel del Rio – con un risvolto politico di segno totalitario non so se per conto proprio o per conto terzi che porterà questo territorio a sbattere».
Un gioco a somma zero che aveva avuto il solo risultato di irritare irrimediabilmente gli altri colleghi sindaci. La cinquina bocciata lunedì vedeva come presidente l’ex vertice di Sacmi e l’attuale presidente di Alleanza delle coop. italiane Imola Domenico Olivieri. Secondo Sangiorgi «non ha le competenze tecniche necessarie in quanto ha un diploma di perito elettrotecnico» (gli altri nomi erano quelli di Stefania Corrado, Giulio Cristofori, Carlo Baseggio e Mirco Minghini). Non solo, come contraltare Imola aveva proposto, per l’ennesima volta, di votare una quartina di nomi con presidente Luciano Pirazzoli, considerando come quinto il consigliere Stefano Cassani, il solo a non essersi dimesso il 24 agosto dello scorso anno del Cda precedente.
Da notare che, come aveva ricordato per tutti Davide Missiroli, sindaco civico di Brisighella, Cassani in realtà era considerato decaduto e la stessa Sangiorgi l’aveva informato in ottobre con una lettera.
E adesso? Per il momento gli altri sindaci hanno informato il prefetto di Bologna Patrizia Impresa dell”accaduto che dovrà decidere se è nelle sue competenze intervenire e in che modo. Poi stanno valutando come procedere. «Il tempo della mediazione è finito – ragiona Onelio Rambaldi sindaco Pd di Medicina – Sulla testa di Sangiorgi pende una mozione di sfiducia firmata da 17 sindaci su 23 che non ha voluto discutere, era legittimata ieri a fare la presidente dell”assemblea?».(l.a.)
Nella foto grande due immagini tratte dal video dell”assemblea ConAmi di ieri sera, nell”altra la panoramica dell”assemblea di lunedì 14