Firmate misure condivise tra Regione, gestori d”impianti e associazioni d”impresa per smaltire i rifiuti speciali
L’Emilia Romagna da priorità alle esigenze di smaltimento dei rifiuti speciali prodotti dalle proprie aziende, ormai impossibilitate a farvi fronte. E per dare una risposta organica e di sistema all’emergenza la Regione ha chiamato attorno ad un tavolo le imprese e i gestori degli impianti di smaltimento e trattamento per arrivare in tempi rapidi a «misure gestionali» e «capacità di trattamento» che rispondano in primo luogo «ai fabbisogni del territorio emiliano-romagnolo». Una collaborazione fra tutti i soggetti interessati che tenga insieme «la domanda proveniente dalle imprese del territorio e l’offerta» legata a smaltimento e trattamento presente nel territorio regionale stesso, «sostenendo lo sviluppo delle filiere dell’economia circolare».
E’ quanto si legge nel verbale d’intesa sottoscritto lo scorso 19 dicembre dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dai vertici regionali di Confservizi, Agci, Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Copagri, Legacoop e Unci. «Si tratta di un’intesa molto importante, decisamente innovativa nei contenuti e negli impegni, che fa squadra tra gli attori e tiene in equilibrio economia e ambiente», ha commentato soddisfatto Bonaccini.
Prima ancora di queste misure, la Giunta regionale aveva già approvato una delibera tesa a velocizzare l’iter autorizzativo per l’incremento delle quantità di rifiuti che sarà possibile stoccare negli appositi siti in Emilia Romagna, fino ad un massimo del 3%. Atto per il quale Arpae, l’Agenzia regionale per la prevenzione ambientale e l’energia, sarà chiamata a dare priorità alla valutazione delle richieste di incremento, peraltro sempre e solo con la piena garanzia delle condizioni di sicurezza e del rispetto della normativa ambientale.
«Stante l’attuale legislazione nazionale – ha aggiunto Bonaccini – i rifiuti prodotti dalle imprese sono a libero mercato e dunque non pianificabili. Le imprese ci hanno però lanciato un grido d’allarme perché il meccanismo si è inceppato: da un lato si sono chiusi alcuni mercati esteri che assorbivano i nostri rifiuti speciali, facendo schizzare i prezzi alle stelle; dall’altro lato c’è la cronica carenza di impianti del nostro Paese; infine il Governo, anziché correre ai ripari, si divide ideologicamente tra favorevoli e contrari agli impianti. Per questa ragione abbiamo dapprima autorizzato ampliamenti degli stoccaggi, mentre ora, per la prima volta, proviamo a meglio programmare la capacità dei nostri impianti e ad assicurare spazi aggiuntivi e prioritari per le imprese dell’Emilia Romagna. Contemporaneamente, lavoriamo tutti insieme per costruire o consolidare filiere che rafforzino la circolarità della nostra economia. Sono tutti passi avanti rispetto alla situazione attuale, nella speranza che prima o poi anche il Governo batta un colpo».
I firmatari dell’accordo regionale hanno poi deciso di costituire un «tavolo permanente per monitorare l’efficacia delle misure poste in essere», per verificare cioè – si legge sempre nel documento – se si soddisferanno «i fabbisogni regionali» e per intervenire, nel caso fosse necessario, con «eventuali adeguamenti o integrazioni». (r.cro.)
L”articolo completo è su «sabato sera» del 10 gennaio
Nella foto l”incontro tra Regione, gestori di impianti e associazioni d”impresa