L’Università di Bologna «studia» la Clai dai salumi agli alberi secolari
La collaborazione tra Clai e Università di Bologna si consolida. Grazie alla collaborazione con il Centro interdipartimentale di ricerca industriale agroalimentare (Ciri), Clai può contare su un importante confronto tecnico con i professori e sulla possibilità di svolgere analisi di laboratorio, anche molto avanzate, sui prodotti. L’università, dal canto suo, ha modo di confrontarsi con una realtà industriale, di applicare sul campo le proprie conoscenze e far visitare ai propri studenti un’importante industria alimentare. Sempre più di frequente, infatti, la cooperativa agroalimentare apre le proprie porte agli studenti di diversi corsi di laurea per visite guidate allo stabilimento produttivo di Sasso Morelli. «Spesso la collaborazione fra Clai e le università – spiega Fausto Gardini, docente del dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari – ha portato alla realizzazione di alcune prove di produzione presso gli impianti di Sasso Morelli, focalizzate ad approfondire aspetti ancora sconosciuti sia alle aziende produttrici che agli enti di ricerca. Dai risultati di questi test sono stati poi redatti articoli, presentati e pubblicati su riviste scientifiche internazionali».
Un secondo progetto prevede invece un piano di intervento sperimentale per la salvaguardia degli alberi monumentali di villa La Babina, il centro direzionale Clai a Sasso Morelli. Il parco conta circa 200 alberi ad alto fusto, tra cui spiccano farnie, lecci e un imponente olmo bianco. «La conservazione dei parchi storici – spiega Alberto Minelli, docente del corso di laurea in Verde ornamentale e tutela del paesaggio nel plesso di Imola – prima o poi si trova di fronte al problema di come gestire esemplari arborei datati, sicuramente di grande effetto, ma soggetti a problemi fitosanitari. Il deperimento fisiologico e strutturale è all’ordine del giorno ed è normale, in quanto trattasi di esseri viventi. Tecniche appropriate di manutenzione e conservazione possono allungare la permanenza delle alberature nei parchi per decine di anni, rispetto a una situazione mal gestita». (Redazione Economia)
Nella foto: gli alberi monumentali di villa La Babina