Il settore ceramico in difficoltà, chiusure natalizie lunghe per le aziende del nostro territorio
Frena il settore ceramico e le aziende locali non fanno eccezione. Prova ne è la chiusura degli impianti per le festività natalizie, che quest’anno si allunga di una settimana rispetto agli anni precedenti. Dal 15 dicembre al 6 gennaio compresi resteranno chiusi sia gli stabilimenti di Cooperativa ceramica d’Imola in via Correcchio, a Borgo Tossignano e Faenza, sia la modenese Florim che produce anche a Mordano.
«Che vi sia una contrazione del mercato è risaputo – spiega Tiziana Roncassaglia Menghetti, segretaria generale della Filctem-Cgil di Imola -. Già a marzo abbiamo riscontrato una flessione, che nella seconda parte dell’anno è aumentata per tutto il settore a livello nazionale, rappresentato al 90 per cento dal distretto ceramico emiliano romagnolo. Nel 2017 le vendite erano ripartite e si sperava che anche in seguito il trend positivo sarebbe proseguito. Lo scorso anno, ad esempio, Florim ha chiuso il miglior bilancio della sua storia. Ma già a fine 2017 a livello nazionale è cominciata una flessione delle vendite. Dagli anni della grande crisi in poi tutte le aziende che sono rimaste sul mercato hanno fatto grandi investimenti tecnologici. Questo ha comportato un aumento dei volumi prodotti, che il mercato, però, non sta più riuscendo ad assorbire».
Va detto che la chiusura di tre settimane scelta dalle ceramiche del nostro circondario è in linea con quelle delle concorrenti del distretto modenese. «A Sassuolo – prosegue la sindacalista – ci sono aziende che fanno fermate anche molto più lunghe. Marazzi, ad esempio, tra i primi gruppi a livello europeo, chiude addirittura per sei settimane e questo dà una indicazione precisa dell’andamento del settore». Come riscontrato anche da Confindustria ceramica, quest’anno si è verificata «una flessione dell’ordine del 3 per cento sulle esportazioni e vendite»; ricominciano così le richieste di ammortizzatori sociali.
«Per quanto riguarda le nostre aziende – dettaglia Menghetti – in Coop. Ceramica abbiamo a disposizione soltanto 13 settimane di solidarietà fino a settembre 2020. Dopodiché, avremo esaurito tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione. Il percorso dell’azienda fino ad ora ha visto susseguirsi accordi sull’incentivazione di uscite volontarie di personale. Nel 2009 l’azienda contava 1.945 dipendenti contro i 1.180 attuali, con una perdita di 765 posti di lavoro. Sono state utilizzate negli anni tutte le forme di ammortizzatori sociali, dal contratto di solidarietà fino alla cassa in deroga, per arrivare all’estate di quest’anno, momento in cui l’azienda dichiarava ancora 100 esuberi. In virtù dell’accordo siglato lo scorso luglio, siamo arrivati alla riduzione d’orario per 342 lavoratori su 813 addetti ai reparti produttivi, a fronte di un numero complessivo di circa 1.180 dipendenti. Per gli operai alla cernita e alla smalteria si tratta di una riduzione d’orario del 30 per cento, mentre per i lavoratori dei servizi generali (pulizia e mensa) la riduzione arriva al 50 per cento. L’azienda versa un’integrazione al reddito e una copertura dei contributi per la pensione, con un versamento straordinario al fondo di settore. Il lavoratore, comunque, si accorge della differenza in busta paga, con una perdita di potere d’acquisto non indifferente. Al momento, stiamo monitorando la situazione, con un occhio di riguardo per i lavoratori dei servizi generali che, oltre ad essere i più penalizzati dal punto vista economico, sono anche i più deboli, non avendo molte possibilità di trovare nuove collocazioni lavorative in altre realtà produttive».
Nello stabilimento dell’ex Cerim a Mordano, già Maker e dal 1° gennaio 2017 Florim, la situazione è diversa. «Qui lavorano 354 addetti e ci sono ancora a disposizione tutti gli ammortizzatori sociali. Il 2017, con l’incorporazione nel gruppo modenese, è stato l’anno della svolta. La famiglia Lucchese, grande azionista del gruppo, ha deciso di scommettere sullo stabilimento di via Selice, investendo oltre 80 milioni (su 103 milioni complessivi destinati agli investimenti) per realizzare un nuovo stabilimento 4.0 da 56 mila metri quadri, con nuove tecnologie prevalentemente Sacmi, dedicato alla produzione di grandi lastre. Il prossimo anno sonoprevisti i lavori di ristrutturazione degli uffici lungo via Selice. Dalla primavera del 2017 a oggi, a Mordano sono state assunte 66 persone, con età media di 36 anni, il 10 per cento delle quali donne». (lo.mi.)
L”articolo completo è su «sabato sera» del 20 dicembre
Nella foto bancali in attesa di spedizione allo stabilimento di Coop Ceramica di via Correcchio