Natività e speranza per l”edizione 2018 di «Accadde a Betlemme»
Il Natale si avvicina e, come ogni anno, torna puntuale l’appuntamento con «Accadde a Betlemme», la tradizionale rappresentazione sacra della Natività cristiana che sarà messa in scena domenica 16 dalle scuole San Giovanni Bosco di Imola e che toccherà diversi luoghi della città. Per l’edizione numero diciassette il titolo scelto dagli organizzatori è «Dov’è oggi per noi la speranza?» e vedrà la partecipazione di circa 540 alunni tra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria. Alla regia Vittorio Possenti e il suo occhio scenografico, mentre per la realizzazione dell’evento, tra arrangiamenti musicali, costumi e allestimento, gli organizzatori si sono avvalsi come sempre del prezioso aiuto di insegnanti, genitori e semplici amici.
La rappresentazione partirà intorno alle 17.30 da palazzo Monsignani, con un breve momento dedicato all’Annunciazione, poi il corteo proseguirà verso piazza Matteotti, con tutti i bambini che saliranno sul palco verso le 18 (in caso di maltempo si svolgerà tutto all’interno della Chiesa di Sant’Agostino negli stessi orari). «Quest’anno avremo più bambini rispetto alle scorse edizioni – ha raccontato la preside della scuola San Giovanni Bosco, Teorosa Tabanelli – e i piccoli della materna saliranno sul palco fin da subito. Per noi “Accadde a Betlemme” è un gesto di grande valore che vogliamo mostrare a noi stessi ed a tutta la città di Imola. Il nostro compito quotidiano è aiutare questi ragazzi a diventare grandi e trovarsi di fronte ai propri desideri e limiti, con la certezza e la speranza di vedere all’orizzonte sempre una strada. L’evento quindi non è un fiore nel deserto, ma un fiore più grande in mezzo ad un campo di fiori».
Una novità, infine, riguarderà la testimonianza che sarà portata ai presenti come regalo sul tema appunto della speranza. «L’anno scorso ci fu il video e il gemellaggio con il vescovo della città siriana di Aleppo – ha concluso la preside -. In questo 2018, invece, abbiamo pensato ad una persona che lavora in una comunità di recupero, perché pensiamo sia un messaggio positivo che magari potrà trasformarsi in una possibile esperienza per tanti». (d.b.)
Nella foto (Isolapress): un”immagine della scorsa edizione di «Accadde a Betlemme»