L”orologio del Comune per ora non funziona, serve un intervento per adeguare ingranaggi vecchi di due secoli
Servirà ancora tempo per rivedere in funzione l’orologio del palazzo comunale di Imola. Il sopralluogo organizzato dall’Amministrazione comunale con Giorgio Trebino, titolare dell’omonima azienda di Uscio (Genova), specializzata in questo settore a livello internazionale, ha infatti messo in luce problematiche di funzionamento che richiedono uno specifico intervento.
«L’azienda – ha fatto sapere l’assessore ai Lavori pubblici, Massimiliano Minorchio – ha valutato l’ipotesi di inserire un nuovo sistema di movimentazione elettrica dei quattro quadranti, perché gli ingranaggi di trasmissione del movimento, che sono ancora quelli originali del 1838, non sono più idonei».
Per questo motivo lo stesso Minorchio ha annunciato che la ditta Trebino farà pervenire al Comune un preventivo per realizzare l’intervento, precisandone costi e tempi. Solo a quel punto la Giunta deciderà se procedere per far tornare in funzione l’orologio, che fu costruito quasi due secoli fa dai fratelli Domenico e Stanislao Cavina di Civitella di Romagna e donato alla città dal francese Ippolito Guichard, ufficiale napoleonico rimasto poi a vivere a Imola.
I meccanismi e gli ingranaggi che costituivano il motore dell’orologio meccanico del 1838 furono sostituiti nel 1976 con un orologio elettronico della ditta Melloncelli di Sermide (Mantova), poi nel 2002 tale cuore meccanico fu sostituito da un nuovo motore elettronico automatico della ditta Trebino. Gli ingranaggi che muovono le lancette dei quadranti e le aste di collegamento con il servomotore sono, invece, ancora quelli del 1838.
Nella foto Giorgio Trebino durante il sopralluogo
Imola
Ha ragione, corretto! Dovevamo verificare
La ditta Trebino, famosa in tutto il mondo per gli orologi artistici, non ha sede a Uggio, località di fantasia, ma a Uscio, nell’entroterra di Recco, provincia di Genova.
Parola di Genovese trapiantato nel circondario imolese.