Lucarelli e il successo di Coliandro: «Magari alla fine faremo vedere che si sposa…»
Su Rai 2 è tornato con il solito successo, forte di una caratterizzazione che l’ha reso negli anni un personaggio amatissimo, un amico nel cui maldestro ma tenace modo di vivere in molti riconoscono tratti di sé: L’ispettore Coliandro di Carlo Lucarelli non ha deluso i suoi fan nemmeno con la settima serie in onda il mercoledì in prima serata fino al 5 dicembre (e disponibile su Rai Play). La serie tv scritta da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi, diretta dai Manetti Bros, e interpretata da Giampaolo Morelli, vede il poliziotto muoversi con le consuete incoscienza e testardaggine tra casi criminali e belle donne, affiancato da una squadra che ormai non si cambia (squadra che vince…), e sullo sfondo di una Bologna che è sempre più protagonista e che sta richiamando turisti curiosi di visitare i luoghi di Coliandro. E se nella prima puntata di questa serie si sono viste alcune scene girate a maggio a Ozzano, per il nostro territorio Coliandro è, inevitabilmente, il suo autore, che lo fece nascere nel 1992 nel racconto Nikita, poi lo rese protagonista di Falange armata e Il giorno del lupo e infine lo portò in tv. Quello della sceneggiatura delle storie de L’ispettore Coliandro è solo uno dei tanti lavori che vedono lo scrittore di Mordano avere un rapporto molto stretto con la televisione. Il suo modo di narrare le vicende di cronaca nera italiana ha fatto scuola, creando un vero e proprio metodo, un approccio alla tv che è letterario e investigativo insieme, una narrazione che affascina, incuriosisce e svela con precisione e ritmo i fatti accaduti. Da Blu notte a Lucarelli racconta e oltre, l’attività in televisione di Lucarelli (tra scrittura e conduzione) si affianca da anni a quella della narrativa. Ma è Coliandro che, ora, sta facendo parlare di sé.
Tra l’altro, il Coliandro interpretato da Morelli è diverso dall’ispettore dei tuoi libri: Morelli è meno cupo, meno tormentato, e anche il suo politicamente scorretto è più caricaturale che cattivo. Tanto che in passato hai anche detto che difficilmente scriverai un altro romanzo con lui protagonista.
«Sì, ormai Coliandro è diventato Morelli, Rigosi e i Manetti Bros, non più solo io. Farei fatica a rientrare nell’immaginario mio iniziale di Coliandro, quello dei libri. Così com’è ora funziona. È diventato un personaggio televisivo. La vera dimensione di Coliandro è quella televisiva. Bologna funziona come sfondo di città, anche per chi non la conosce. Funziona Morelli. Funzionano le storie, per le quali ci ispiriamo a casi di cronaca».
Quindi Coliandro dovrà muoversi ancora fra criminali e belle donne che alla fine lo mollano?
«Chissà – ride Lucarelli -, magari verso la fine lo faremo vedere che si sposa…».
Questo sarebbe uno scoop. Chissà cosa ne pensano gli altri tuoi personaggi tv, tra cui un poliziotto di metà del ‘900 e un… fantasma.
«Per Il commissario De Luca ho solo supervisionato. Hanno fatto delle sceneggiature molto belle, che risolvevano benissimo gli sviluppi necessari per allungarlo. Erano dei bei film tv, con Alessandro Preziosi bravissimo e adattissimo. La porta rossa, invece, è stata la prima volta per me di un soggetto inventato del tutto. Con Giampiero Rigosi e altri pensavamo da un po’ ad un poliziotto che indagasse sul proprio omicidio… e l’unico modo per farlo era renderlo un fantasma! Ci abbiamo messo tanto tempo: ci dicevano che era troppo giallo, poco mélo, troppo fantasy o poco fantasy… alla fine chi ci consigliava ha avuto ragione perché correggendo e migliorando siamo riusciti a creare un prodotto con sfumature umane e psicologiche, sui rapporti che non ci sarebbero più stati, sul distacco, sull’elaborazione del lutto… E’ stata una bellissima esperienza che ha avuto un successo strepitoso: girata a Trieste, con protagonista Lino Guanciale, vede ora la città sede di tour sui luoghi della serie con i visori per la realtà aumentata. Per La porta rossa, è stata l’unica volta che a Mordano mi han fermato per dirmi che avevano visto qualcosa di mio! Abbiamo già girato anche la seconda serie».
L”intervista completa a Carlo Lucarelli è su «sabato sera» in edicola da giovedì 29 novembre
Nella foto (di Isolapress) Carlo Lucarelli