Violenza sugli arbitri, parla il presidente dei «fischietti» imolesi Luca Marzari
Un fenomeno crescente, gravissimo, da bloccare nel più breve tempo possibile. Quello della violenza sugli arbitri non è più un problema secondario del calcio italiano, anzi. E’ di qualche giorno fa il gravissimo episodio che ha colpito il 24enne Riccardo Bernardini, direttore di gara della sezione di Ciampino che, al termine del match di Promozione tra Virtus Olympia San Basilio e Atletico Torrenova, è stato preso a schiaffi e pugni da due tifosi, che poi l’hanno scaraventato a terra, facendogli sbattere violentemente la testa. Bernardini è stato trasportato in ospedale, ma per fortuna ora sta meglio. Resta comunque un gravissimo episodio, duramente condannato dall’Associazione Italiana Arbitri e dal suo presidente Marcello Nicchi, che ha deciso, per il week-end del 17 e 18 novembre, di non inviare direttori di gara ai campi di gioco per tutte le partite in programma nei campionati dilettanti del Lazio. Campionati bloccati, dunque. «Credo che si tratti di un episodio che si commenta da solo – dice il presidente della sezione Aia di Imola, Luca Marzari -. Non ho nulla da aggiungere rispetto a quello che ha già dichiarato Marcello Nicchi».
Per fortuna dalle nostre parti la situazione è leggermente diversa.
«Da noi, negli ultimi 3 anni, non ci sono stati episodi di violenza, ma qualche deriva nei comportamenti sì: credo si tratti di un fatto culturale, di una società che tende ad estremizzare tutto. Per fortuna ad Imola le realtà collaborano. Se invece allarghiamo il focus alla regione Emilia Romagna, qualche episodio c’è stato, ma più che il numero, conta la gravità: si è alzata l’asticella, questo è preoccupante».
E’ di poche settimane fa la vicenda del Daspo ai tifosi dell’Amaranto Castel Guelfo, dopo il derby disputato in casa del Fly Sant’Antonio.
«Si tratta di un episodio assolutamente diverso rispetto a quello capitato nel Lazio. Nel caso dei Daspo, l’arbitro non c’entra nulla: è stato il bersaglio di minacce e insulti da parte dei tifosi guelfesi, ma sono situazioni che ogni tanto capitano. A margine di quella partita, sono stati i Carabinieri di Portonovo, presenti alla partita, ad intervenire. Dal punto di vista sportivo, la società Amaranto Guelfo ha preso solo una multa per le intemperanze dei propri tifosi; tutto il resto non compete all’arbitro».
Il fenomeno violenza può abbassare ulteriormente l’appeal verso il vostro mondo?
«Il tema dell’arruolamento è tra i più caldi in Emilia Romagna e più in generale nel nord Italia. E’ sicuramente calato l’appeal economico, ma conta molto anche il fattore mediatico, visto che spesso e volentieri l’arbitro viene dipinto come un cretino. Poi, ovviamente, va considerato l’aspetto della violenza, ma qui va detto che sono più i genitori dei ragazzi ad avere paura e quindi a spronarli a non iscriverli».
Si può fare una sorta di campagna di sensibilizzazione per fermare questo fenomeno?
«Lo stop ai campionati nel Lazio va in questa direzione. L’input è stato: fermiamoci per riflettere, non si è trattato di uno sciopero. Il presidente degli arbitri Marcello Nicchi ha inoltre dichiarato che in caso di altri episodi analoghi, si potrebbero bloccare nuovamente i campionati». (Andrea Casadio)
L”articolo completo su «sabato sera» del 22 novembre.
Nella foto: Chiara Sangiorgi, arbitro in Eccellenza della sezione di Imola