La sfida tra Monza e Imola, dai motori fino al «pallone» insieme a Pietro Benvenuti
Se pronunciamo prima Monza e poi Imola, il pensiero va dritto al mondo dei motori. E in particolare all’automobilismo e al motociclismo. D’altra parte, parliamo di due città fortemente caratterizzate dai loro autodromi, che hanno saputo ricavarsi un posto privilegiato nella storia e rappresentano il tratto distintivo più percepito dalle rispettive comunità. Ed è interessante in merito sentire quali pensieri suscitano le due città in un personaggio come Pietro Benvenuti, attuale direttore generale del circuito brianzolo e che fino a non molto tempo fa lo è stato anche dell’Enzo e Dino Ferrari. «Se mi sparate a bruciapelo i nomi di Imola e Monza, le prime cose che mi vengono in mente sono ovviamente le piste ad esse collegate, che le rendono famose in Italia e nel mondo. Senza di loro sarebbero luoghi come tanti altri. Che difficilmente avrei potuto vivere da dentro, come invece mi è capitato».
Se invece diciamo Monza contro Imolese, per annunciare la sfida calcistica in programma tra poche ore allo stadio «Brianteo», allora per prima cosa a noi tornano alla memoria duri scontri, sempre legati al mondo delle corse. «L’antagonismo è bello dal punto di vista sportivo – ha detto in proposito Benvenuti -. Perché è esaltante, grazie anche allo straordinario passato che accompagna questi due gloriosi impianti. Confrontarsi serenamente può perfino portare dei vantaggi reciproci. Farsi la guerra, per qualunque ragione, significa invece impoverire entrambi. Metaforicamente parlando, sarebbe come se litigassero il Colosseo e l’Arena di Verona, monumenti alla storia che possono vivere tranquillamente di luce propria».
Ma negli ambienti monzesi cosa si pensa di Imola?
«Io per la verità non ne sento mai parlare. E poi in questo momento i rapporti fra i due autodromi sono buoni. Lo dico a ragion veduta, perché Monza la dirigo io. Mi sento spesso con Roberto Marazzi, ma anche coi direttori degli altri impianti italiani. Resta chiaro che con Imola per me è più facile, perché mi è rimasta nel cuore e sarà molto difficile togliermela».
Oggi per la prima volta nella storia si gioca Monza–Imolese. Lì il calcio quanto è sentito, considerando la presenza dominante dell’autodromo?
«Quest’ultimo non condiziona più di tanto. Tutte le squadre qua sono molto sentite. Non solo quella di calcio, ma anche di basket e pallavolo. La città, che è grande il doppio di Imola, segue con passione le vicende del Monza. Ora che comprato Silvio Berlusconi c’è ancora più attaccamento di prima, legato anche alle nuove prospettive che ciò comporta. E poi nei monzesi c’è l’orgoglio di far vedere a Milano, al cui hinterland sono praticamente collegati, chi sono e quello che valgono».
E nei confronti dell’autodromo come si pongono?
«C’è similitudine fra amore e odio. Nell’aria aleggia un controsenso che è palpabile. Anche a Monza, come a Imola, si vivono contrasti forti. Là legati al rumore, qua al verde del grande Parco Reale che circonda la pista. A Imola c”è il Parco Acque Minerali e se non ci fossero queste zone di verde a caratterizzarli, non sarebbero così belli».
Ma tu, toscano di Volterra trapiantato in Romagna, per chi tiferai oggi?
«Non sarò allo stadio Brianteo, ma in famiglia a Misano Monte. Fossi rimasto a Monza ci sarei sicuramente andato. Comunque non tifo per nessuna delle due, e in verità non seguo nemmeno tanto il calcio di serie C. Diciamo che stavolta auguro di vincere a chi ne ha più bisogno, quindi facciamo che i 3 punti se li prendono i padroni di casa. E al ritorno invece li conquista l’Imolese. Più obiettivo di così…». (Angelo Dal Pozzo)
L”articolo completo su «sabato sera» del 22 novembre.
Nella foto (Isolapress): Pietro Benvenuti, direttore dell”autodromo di Monza e in passato, dal 2012 al 2015, del circuito di Imola