La sindaca Sangiorgi: “Una società in house per la raccolta dei rifiuti a Imola? Prima vediamo i costi”
«Stiamo predisponendo una manifestazione di interesse per chiedere a diverse società che si occupano di raccolta dei rifiuti quali sono i costi e ponderare un’alternativa ad Hera, ma se non ci saranno delle convenienze o si evidenzieranno problemi, non procederemo». Queste le risposte della sindaca Manuela Sangiorgi durante la Commissione Ambiente sollecitata dalla minoranza Pd, alla luce della delibera approvata il 21 luglio scorso dal Consiglio comunale. Delibera che ricalcava un preciso impegno elettorale della maggioranza 5 Stelle di Imola: arrivare alla gestione autonoma della raccolta dei rifiuti con una società in house.
«Posso promettervi che non vogliamo rischiare un euro di soldi pubblici – ha aggiunto Sangiorgi -, siamo partiti per essere coerenti con il nostro programma ma vogliamo vedere oggettivamente cosa si potrà realizzare su Imola. In alcune città – aggiunge la sindaca – la raccolta municipalizzata dà riscontri positivi, così come alcuni hanno il porta a porta spinto e altri solo parziale, noi vogliamo dei servizi validi e facilmente fruibili dai cittadini».
Sangiorgi sembra voler rassicurare chi teme scelte azzardate per motivi «ideologici», anche perché i dati che arrivano dalle nuove modalità di raccolta con i cassonetti a calotta, introdotti dalla Giunta Manca, mostrano già una notevole riduzione del rifiuto indifferenziato degli imolesi. «E’ calato dalle circa 20 mila tonnellate del 2017 a 14.527 tonnellate e la previsione è che ci attesteremo sulle 12 mila a fine 2018» ha dichiarato Federica Ferri, dell’ufficio Ambiente.
I rifiuti urbani indifferenziati del bacino ConAmi oggi arrivano con i compattatori alla Tre Monti, subiscono un trattamento meccanico biologico nel Tmb (unica struttura in attività dato che la discarica è chiusa). «Subiscono una separazione – ha spiegato Ferri -, la parte organica viene utilizzata per la copertura di altre discariche, mentre il residuo secco va all’incenerimento, prevalentemente al Frullo di Granarolo a Bologna (di Hera) oppure in altri impianti analoghi della regione come Forlì o Ravenna».
Il costo stabilito da Atersir per il 2018 per lo smaltimento è di 113 euro a tonnellata. «Non abbiamo avuto comunicazioni ufficiali che a seguito del fermo dell’impianto Tre Monti ci siano state variazioni nei costi – ha aggiunto Ferri -, né al momento ci hanno informato di maggiori costi per il 2018». Non solo, quest’anno «c’è stato un leggerissimo calo della Tari sia per i cittadini che per le imprese rispetto al 2017 – ha aggiunto Ferri -, perchè sta dando frutti l’attività di recupero dell’evasione e il miglioramento della banca dati delle utenze, grazie alla distribuzione delle tessere».
Il fatto che la discarica non funzioni, con i relativi introiti che venivano da quanto pagava Hera per l’uso, non ha avuto riverberi sulle tasche dei cittadini imolesi quest’anno. Anzi, aver introdotto le tessere per aprire i cassonetti ha portato a far emergere eventuali irregolarità spalmando il servizio in maniera più equa. Ma per l’anno prossimo la partita è aperta. «Il tavolo con Atersir sul Piano tariffario 2019 è in corso» ha ammesso Ferri. «Il nostro obiettivo è diminuire ancora l’indifferenziata per andare verso una tariffa minore – ha tenuto il punto la sindaca Sangiorgi -, la Tari è un po’ calata ma negli ultimi vent’anni è cresciuta ma non si può dire che se non portiamo i rifiuti nella nostra discarica aumentano i costi, perché si possono individuare altri percorsi». (l.a.)
L”articolo completo è su «sabato sera» del 15 novembre
Nella foto cassonetti in centro storico