Daspo a 5 tifosi dell’Amaranto calcio per minacce all”arbitro. La società: «Solo incitamento e sfottò»
Il questore di Bologna ha emesso cinque Daspo per altrettanti tifosi dell”Amaranto Castel Guelfo, squadra di calcio che milita nella Seconda Categoria. Secondo gli accertamenti dei carabinieri, lo scorso 21 ottobre a Medicina, durante la partita contro il Fly Sant”Antonio nel girone L (finito con un pareggio 1-1), dalla tifoseria guelfese sarebbero partiti insulti di vario tipo verso gli avversari e soprattutto contro l”arbitro, al quale venivano contestate un paio di espulsioni. Tra le frasi incriminate: «Vieni fuori che ti ammazziamo» e «ti bruciamo la macchina». Parole che ravviserebbero vere e proprie minacce al direttore di gara. I carabinieri hanno quindi proceduto ad identificare le persone coinvolte e a segnalare il fatto alla questura che ha emesso i Daspo: per quattro maggiorenni (età fra i 22 e i 29 anni) la misura ha una durata di due anni, mentre per un sedicenne di un anno. Oltre a ciò, il giudice sportivo ha elevato una sanzione di 150 euro per l’Amaranto.
Alcuni dei ragazzi coinvolti hanno già espresso la loro intenzione di fare ricorso. Uno di loro è seguito dagli avvocati imolesi Carlo Machirelli ed Emanuele Alpi, che non hanno dubbi sull’«estraneità del nostro assistito dalle condotte a lui contestate». Anche secondo l’Amaranto Castel Guelfo, «i provvedimenti interdittivi in questione si basano su di una ricostruzione dei fatti infedele a quanto effettivamente avvenuto». In una nota hanno sintetizzato il loro disappunto partendo dall’assunto che: «L”Amaranto Castel Guelfo si dissocia e prenderà le distanze in ogni contesto da qualsiasi episodio di violenza, odio e discriminazione. Noi, come Amaranto, non vogliamo avere niente a che fare con tali degenerazioni. Per tale ragione, l”occasione ci è utile per esprimere la massima solidarietà alla classe arbitrale italiana – aggiungendo -. Una cosa, però, è la violenza, un”altra scambiare forme di incitamento e sfottò con minacce. Perchè questo è ciò che è accaduto domenica 21 ottobre sul campo del Fly Sant”Antonio». Il grande rammarico è che «agendo in questa maniera, facendo di tutte le erbe un fascio, vengono chiamati a pagare lo scotto ragazzi totalmente estranei alla vicenda». (l.a an.ca.)
Foto d”archivio