Roberto Burioni e le «Balle mortali» stasera a Imola, dai casi Di Bella e Stamina ai vaccini
«In campo medico, le fake news possono uccidere, ed è un dovere civico smascherarle». Così si legge nella quarta di copertina di «Balle mortali. Meglio vivere con la scienza che morire coi ciarlatani» (Rizzoli editore), scritto da Roberto Burioni, professore di Microbiologia e Virologia all’università VitaSalute San Raffaele di Milano, specialista di immunologia, diventato famoso per i post sulla sua pagina Facebook a sostegno della scienza e della verità in campo medico, a partire dal tema di cui è uno specialista, i vaccini. Per questo ha ricevuto offese e minacce dal movimento no-vax (contrari alle vaccinazioni), pesanti attacchi diretti anche contro la sua famiglia.
Oltre ai social, Burioni si è dedicato alla scrittura divulgativa. Nel suo nuovo libro, il terzo, esamina una serie di casi che mostrano i rischi di affidarci ai «ciarlatani» invece che ai dati certi, alle prove sperimentali. Tra gli esempi italiani c’è la donna che invece di affidarsi all’oncologo si rivolge alla Nuova Medicina Germanica e muore per un linfoma, la ragazzina che non si risveglia da un coma diabetico perché i genitori ascoltano chi consiglia di somministrarle vitamine anziché insulina, senza dimenticare le «pagine buie» della storia recente di Stamina e del metodo Di Bella preceduti dal siero «anticancro» di Liborio Bonifacio, ricavato da escrementi di capra.
L’assunto è che gli uomini credono a quello che desiderano, non in ciò che è vero. E quando sono ammalati sono disposti a credere a qualunque bugia, a chiunque dica che guariranno, per questo le «balle» sono così pericolose. Burioni sarà a Imola questa sera, giovedì 8 novembre alle ore 20.30, alla Sala delle Stagioni (via Emilia 25) per presentare il suo libro all’interno del ciclo di iniziative organizzate da CooperAttivaMente (qui tutti gli appuntamenti), cioè consiglio di Zona soci del circondario imolese di Coop Alleanza 3.0 e Cooperativa Bacchilega con Librerie. coop. (l.a.)
Nella foto: Roberto Burioni e la copertina del suo libro