Danni in campagna e fastidi in città per l’inarrestabile avanzata delle cimici asiatiche
E’ arrivata nel 2016 nelle campagne dell’Emilia Romagna e in tre soli anni ha già provocato danni ingenti ai frutteti. E’ la cimice marmorata asiatica, un insetto che si nutre di un’ampia varietà di specie vegetali, privilegiandola frutta, in particolare le pere. Non a caso le prime infestazioni sono state rilevate nelle province che producono maggiormente questo tipo di frutta, Modena e Ferrara, ma ben presto la sua presenza si è estesa al bolognesee alle province frutticole della Romagna, dove ha attaccato anche pesche, mele e kiwi.
Insetto originario dell’Asia orientale, in particolare Taiwan, Cina, Giappone, il suo nome scientifico è Halyomorpha halys. E, in ordine di tempo, è soltanto l’ultimo dei parassiti alloctoniche, favoriti dai cambiamenti climatici, hanno invaso l’Italia, provocando danni per milioni di euro alle coltivazioni agricole. Secondo Coldiretti Emilia Romagna, i danni provocati dalla sola cimice asiatica sulla frutta in generale si aggirano attorno al 10%, con punte fino al 30-40% in alcune aziende e determinati territori. La cimice asiatica, così come le consorelle verdi, si nutre infatti di linfa. Oltre alle punture, la saliva determina reazioni biochimiche che provocano la successiva necrosi dei tessuti vegetali. E nei frutti colpiti, in corrispondenza delle punture si osservano gravi deformazioni, indurimenti con necrosi che determinano un deprezzamento della produzione o addirittura la perdita totale dei requisiti di commercializzazione. La cimice asiatica in Italia non ha antagonisti naturali e per di più è una specie particolarmente prolifica in quanto nei climi più caldi depone le uova almeno due volte all’anno, con 3-400 esemplari ogni volta. «La lotta in campagna – informa Coldiretti regionale – per ora può avvenire solo attraverso protezioni fisiche come le reti anti insetti a difesa delle colture perché non è possibile importare insetti antagonisti dalla Cina per motivi sanitari».
Con l’arrivo dell’autunno gli sciami di cimici si sono diretti verso i centri abitati alla ricerca di temperature meno fredde e di ripari ove svernare, prendendo d’assalto le case e costringendo i cittadini a barricare porte e finestre. «Oltre ai disastri provocati nei campi, gli sciami di cimici che si posano su porte, finestre e mura delle case creano fastidio all’uomo per via del cattivo odore che tali insetti emanano se schiacciati». Come detto, le temperature al di sopra delle medie ne stanno favorendo la diffusione. «Siamo di fronte – conclude Coldirett i- ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con una tendenza al surriscaldamento che si è accentuata negli ultimi anni, ma anche con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ed anche l’aumento dell’incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti che colpiscono l’agricoltura». (Redazione economia)
Nella foto: una pera deformata dalle punture di cimici