Cofanetti e scrigni «tra sacro e profano» in mostra al Museo diocesano
«È l”ultima esposizione del 2018, un anno in cui ci siamo dedicati molto alle arti applicate, che stanno vivendo un nuovo Rinascimento nei musei italiani, e in cui abbiamo voluto fare sistema non solo con collezioni pubbliche ma soprattutto con collezionisti privati virtuosi che raccolgono per sé e per tutti, al fine di condividere la bellezza con tutti». Il vicedirettore del Museo diocesano, Marco Violi, presenta così l”esposizione che inaugura oggi, domenica 28 ottobre, alle 17.30 negli spazi del piano nobile del palazzo vescovile di Imola: intitolata «Nobili custodie. Scrigni e cofanetti tra sacro e profano» è curata da Paolo Roversi e dallo stesso Violi e propone trentaquattro cofanetti dotali, cassettine, forzieri e monetieri assolutamente inediti, realizzati in materiali vari (legni, fra i quali molte essenze preziose – mogano, palissandro, ecc. -, avorio, seta, vetro, carta, pietre dure, pastiglia, madreperla, osso e corno) generalmente di grande qualità esecutiva e indubbia rarità, provenienti da una collezione privata emiliana.
I pezzi esposti nella Galleria Pio VII del Museo diocesano fino al 6 gennaio, tutti contenitori di ridotte dimensioni muniti di coperchio con serratura e destinati a contenere oggetti delicati o di pregio, sono databili tra XI e XX secolo e sono opera di botteghe fiorentine, emiliane e romagnole, genovesi, napoletane e sorrentine, marchigiane, lombarde, siciliane, francesi e provenzali, olandesi. L”esposizione prosegue il percorso di mostre sul tema dei reliquiari (i cofanetti dotali spesso mutarono l”uso profano in sacro divenendo contenitori per reliquie, passando perciò da castelli e palazzi alle chiese), a cui sono state dedicate esposizioni tematiche nel 2016 e nel 2017.
Molti dei cofanetti in mostra furono creati per l”uso civile, spesso per contenere i gioielli della dote matrimoniale, per poi arrivare all”uso religioso, per contenere reliquie nelle chiese. Tra gli oggetti esposti, si può segnalare un raro cofanetto ascrivibile alla «Bottega dei temi morali e amorosi», con rappresentato sul fronte Il giudizio di Paride, sul retro Piramo e Tisbe, a sinistra Apollo e Dafne e a destra forse Il ratto di Europa. «Un secondo cofanetto della collezione appartenente a questa tipologia presenta maggiori difficoltà nello sciogliere il nodo iconografico – spiegano le note stampa alla mostra -, sul fronte è raffigurata una figura femminile su un podio che brandisce una spada, forse Lucrezia rappresentata anche nel successivo momento, dopo il suicidio, stesa ai piedi del podio stesso; potrebbe però trattarsi anche di Giuditta, benché non si giustifichi il secondo personaggio disteso e manchi la testa di Oloferne, solitamente ostentata alta nella mano sinistra, in questo caso vuota».
La mostra sarà visitabile fino al 6 gennaio negli orari di apertura del museo: martedì e giovedì ore 9-12 e 14-17, mercoledì ore 9-12, sabato e domenica ore 15.30-18.30 (chiuso 25 dicembre e 1 gennaio). Ogni sabato e domenica dal 10 novembre al 9 dicembre si terrà una visita guidata alle ore 17 a cura di Gianmaria Beccari.
Nella foto uno dei cofanetti in mostra