Centro storico, tra i progetti del Comune un festival di musica techno. E per gli uffici traslochi in vista
Rilanciare il centro storico imolese, che da tempo lotta con la chiusura negozi e non solo, non è impresa facile. Come ogni anno, di recente la Giunta imolese ha preparato un progetto (il titolo è Imola# centro storico# il fulcro della città che vive#) condiviso con le associazioni di categoria per ottenere un cofinanziamento regionale per valorizzare il commercio nel cuore della città.
Tra il 2019 e il 2020 il Comune di Imola ha previsto varie azioni per complessivi 80 mila euro, dei quali fino all’80% potrebbero essere finanziati dalla Regione. «Speriamo di ottenere questo contributo, ma sul centro storico è ovvio che dobbiamo puntare comunque» dice il vicesindaco e assessore al Commercio, Patrik Cavina.
Rispetto al progetto abbozzato dalla precedente Giunta è stata incrementata molto la cifra dedicata alla promozione e realizzazione di eventi (da 30 a 51 mila euro) e alla comunicazione (da 15 a 20 mila), mentre sono spariti i 25 mila euro per imbastire il restyling de «Il Borghetto» sulla falsariga del «Mercato delle Erbe» di Bologna voluto dall’ex assessore Pierangelo Raffini. «L’area de “Il Borghetto” è poco utilizzata e l’anno prossimo dovremo ragionare con il Consorzio dei commercianti, ai quali scade il contratto d’affitto il 31 dicembre del 2019 – risponde Cavina -. Per il momento, però, vogliamo puntare sulla comunicazione soprattutto via Internet e con i social network degli eventi che già sono in programma, a partire dal Baccanale di novembre, che abbiamo pubblicizzato anche sulle riviste dei camperisti e per il quale abbiamo aperto una pagina su Instagram per i video. Per l’anno prossimo, invece, stiamo valutando alcune modifiche, ad esempio portare sotto i portici il Banco d’assaggio dei vini e dei prodotti enogastronomici che oggi si tiene al museo di San Domenico».
Oltre a ripensare alcuni eventi già collaudati c’è anche l’intenzione di lavorare a nuovi? Si vociferava di un festival della musica techno…
«Quella del festival è una possibilità più che concreta sulla quale stiamo lavorando, non per sostituire, ma per implementare un evento collaudato come Imola in Musica, mettendo in rete l’autodromo, If, Iat e Comune. Inoltre, stiamo lavorando per coinvolgere maggiormente i giovani. Ad esempio, a Carnevale vorremmo organizzare una festa un sabato sera e vedremo se anche per Halloween si riuscirà a fare qualcosa. Ciò non toglie che ciò che è stato fatto finora, ad esempio Sfujaréia e Lom a merz in collaborazione con la Pro loco, vadano bene e debbano rimanere, ma serve anche altro. Il centro storico deve essere il cuore pulsante della città, ma risente molto dei centri commerciali».
In centro ci sono anche tante vetrine vuote e negozi sfitti.
«Il loro monitoraggio è interessante, ma, come ho detto, la cosa che ora ci preme maggiormente è comunicare e promuovere ciò che facciamo, per richiamare turisti da fuori».
Ci sono anche locali di proprietà del Comune vuoti da tempo o comunque usati solo come negozi temporanei, vedi gli ex bar Bacchilega, Parigi e Colonne sotto l’Orologio. Per il primo c’è un accordo con la società Sirio (che già gestisce l’Opera Dulcis in piazza Matteotti, ndr) per aprire un nuovo bar, ma per gli altri due?
«Vorremmo spostare lo Iat dalla galleria in piazza Gramsci dove si trova oggi perché non è molto visibile e i nostri locali in via Mazzini o in via Appia sotto al municipio potrebbero andare bene. Inoltre, entro la fine del 2019 vogliamo riportare gli uffici comunali in centro».
Nella pratica cosa significa?
«Vogliamo spostare in via Cogne gli uffici di Area Blu che oggi sono nella torre di via Lambertini e per i quali viene pagato un affitto annuo di 160 mila euro. Parallelamente, vogliamo traslocare da via Cogne in centro il servizio Pianificazione urbanistica ed edilizia e ragionare sugli uffici associati del circonda-rio che si trovano lì, come i sistemi informativi e i tributi».
In centro dove verrebbero spostati considerando che il palazzo nuovo, ossia l’ala del municipio che affaccia su via Appia, sarà oggetto di ristrutturazione?
«Principalmente pensiamo di sfruttare meglio gli spazi in piazza Gramsci e via XX Settembre del palazzo del Fascio (dove ha sede anche l’ufficio di Cavina, ndr). Siamo in attesa di una risposta dal Demanio, che ha la proprietà di alcuni locali al piano terra tra cui l’ex bar Chicco d’oro e altre tre vetrine, sui quali l’Agenzia delle Entrate ha diritto di prelazione e sta valutando se spostare lì il front office, risolvendo il problema della salita per i disabili. In base alla risposta, valuteremo di prendere in affitto alcuni spazi o a piano terra o quelli che libererà l’Agenzia delle Entrate all’interno del palazzo. Sicuramente, prima che inizino i lavori sul palazzo nuovo, dovremo spostare in piazza Gramsci i gruppi consiliari. Qualunque sarà la soluzione, riportare gli uffici in centro aiuterebbe a rivitalizzarlo e a far percepire certe zone più sicure». (gi.gi.)
L’articolo completo è su «sabato sera» del 18 ottobre
Nella foto il vicesindaco e assessore al Commercio Patrik Cavina