ConAmi, Acer, Area Blu… i giorni caldi delle nomine tra discussioni e perdite di tempo. Le posizioni di Imola e degli altri Comuni
C’è grande confusione sotto il cielo delle nomine nelle partecipate ed enti vari. Le avvisaglie estive del confronto tra il Comune di Imola della nuova giunta pentastellata a guida Sangiorgi e gli altri Comuni sta prendendo la forma del conflitto costante a suon di sgarbi o presunti tali (mancata presentazione agli incontri programmati). A cui seguono prese di posizione vicendevoli, comunicati, messaggini sui social dei vari sostenitori o lettere. Venerdì scorso non sono bastate cinque ore di riunione informale ai 23 sindaci soci del Consorzio Ami per uscire con una decisione più o meno concordata sui nomi dei cinque del Cda. Il prossimo round, con la convocazione dell’Assemblea dei soci vera e propria, è previsto per domani, venerdì 19, e le previsioni non sono confortanti, considerando che la seconda puntata della riunione, fissata per martedì 16 ottobre, è saltata su richiesta all’ultimo minuto del Comune di Imola, cosa, inutile dirlo, che ha fatto arrabbiare più di un sindaco.
Al Comune di Imola di solito spetta indicare il presidente, agli altri almeno due nomi del Cda. Di fatto, una trattativa dove la sindaca di Imola pesca i preferiti dal mazzo dei 34 che si sono proposti dopo l”avviso di selezione pubblica di un mese fa (i nomi fatti sono quelli dell’avvocato bolognese già candidato 5Stelle Giulio Cristofori ma anche dell’attivista del movimento antidiscarica Cinzia Morsiani o di Luciano Pirazzoli, dipendente della sede di Molinella dell’azienda svedese Ovako, che negli anni ’80 fu consigliere comunale dei socialdemocratici). Gli altri sindaci hanno rilanciato con una richiesta di attenzione al territorio, piccoli Comuni compresi (l’idea è che ci sia almeno un nome indicato dall’area ravennate e uno dalla zona Castello-Medicina), senza dimenticare competenza e magari continuità (partendo da qualcuno del Cda dimissionario come Francesca Cardelli Nanni o Mirko Minghini). Richieste che in un clima meno teso parrebbero di cautela per un ente che maneggia la «cassaforte» dalla quale lo stesso Comune di Imola vuole attingere (vedi la richiesta di dividere le riserve per chiudere il bilancio 2018). Si vedrà. Per una proposta di Cda occorre il sostegno di almeno 5 Comuni soci.
Non è facile mantenere la barra dritta e ragionare davvero nel merito di curriculum, quote rosa, incompatibilità e competenze. Il clima deteriorato delle ultime settimane ha trasformato tutto in una querelle politica 5 Stelle (Imola) contro «vecchia politica» (gli altri Comuni), secondo la retorica che vede Sangiorgi l’unica non «conforme» (cioè non Pd). Dimenticando, ad esempio, che Dozza ha una giunta eletta a suo tempo in contrapposizione esplicita ai dem. Proprio il sindaco di Dozza, Luca Albertazzi, oggi ha inviato una lettera in cui stigmatizza «il teatrino sfociato in inutili perdite di tempo», poi da un lato apre a Sangiorgi ricordando che «l’innovativa iniziativa del Comune di Imola sfociata nella pubblicazione di un bando pubblico per l’individuazione di tre membri del CdA deve essere sfruttata a pieno, con l’individuazione di profili competenti, adeguati, portatori di idee e capacità. Se non sarà così si tratterà di un’occasione persa». Ma dall’altro sottolinea che «ha proposto, fin dai primissimi confronti, che almeno un membro del Cda si dedichi a curare i rapporti con i Comuni medio-piccoli» perché «l’interesse primario è quello dei cittadini e dei territori». In sintesi, cerca di trovare un punto di equilibrio nella mediazione politica.
Ma nel frattempo è esploso il caso Acer. Nel Cda della società regionale che gestisce le case di edilizia pubblica sedeva in «quota circondario di Imola» Carmela Cappello, già candidata sindaco del centrosinistra. In luglio ha dato le dimissioni per evitare incompatibilità col nuovo ruolo di consigliera comunale. Per Acer a Bologna aspettano un’ulteriore proposta di un nominativo che deve essere una donna per rispettare le quote rosa in Cda (da ricordare che questa attenzione per l”imolese deve comunque sottostare all”approvazione di Bologna).
Martedì scorso alla riunione prevista in Circondario la sindaca Sangiorgi non si è presentata («si è limitata ad inviare una mail con il nome indicato da Imola», ovvero Sabrina Ujcic, già dipendente Acer). Gli altri, invece, hanno scelto, sempre dalla rosa del bando di interesse promosso in estate dal Comune di Imola, l’avvocato Fabiola Salucci, forlivese con studio anche a Castel San Pietro. In verità i sindaci presenti erano solo sei su dieci e Dozza ha precisato che ci sono state due astensioni, tra cui la loro. Comunque sia, arrabbiatura immediata di Imola, o meglio del M5S che ha tuonato: «Nessuna considerazione della volontà del Comune capofila» che «ha proposto una figura con un profilo tecnico e di formazione di assoluta valenza». «Il nome indicato da Imola è quello di una ex dipendente di Acer uscita dall’Ente sbattendo la porta – ha ribattuto senza mezzi termini Onelio Rambaldi, sindaco di Medicina e ad oggi presidente del Circondario -. Non è sembrato per nulla opportuno ai sindaci avallare un’indicazione tanto scellerata».
E la prossima settimana, il 23 ottobre tocca ad Area Blu, c’è il presidente e amministratore delegato da nominare e anche qui il percorso si presenta in salita. Il nome gradito a Imola sarebbe quello di Alessandro Ambrosini, varie esperienze in alcune ditte della zona. (l.a.)
Nella foto la sede del ConAmi in via Mentana